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Digital Fashion Futures

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Ha inizio oggi la terza conferenza internazionale di Europeana Fashion “digital Fashion Futures” in collaborazione con il museo della moda Momu di Anversa, in Belgio.

Il progetto Europeana Fashion mette insieme più di 22 partner europei, appartenenti a 12 nazioni. La rete è composta da istituzioni culturali pubbliche ed enti privati, principalmente musei e archivi, che hanno reso pubblico parte del loro patrimonio digitale mediante il portale di europeana fashion (europeanafashion.eu).

La conferenza affronta lo sviluppo futuro per il patrimonio del fashion nell’era digitale. Due i temi affrontati: come i contenuti digitali del fashion possono essere utilizzati dagli operatori del settore e qual è il ruolo degli aspetti digitali nei futuri modelli di business del fashion.

L’importanza di un sistema integrato di controllo di gestione in azienda

ffLo scenario globale competitivo in cui le aziende oggi si confrontano e si sviluppano  è radicalmente cambiato soprattutto nel corso di quest’ultimo decennio. Fino a non molto tempo fa la competizione fra le aziende era quasi esclusivamente basata su aspetti più legati alla qualità del prodotto e al marketing – inteso come servizio al cliente -, mentre la variabile prezzo assumeva un ruolo quasi secondario.

Oggi però lo scenario globale è decisamente mutato e, in un contesto dove prezzi e volumi cominciano a contrarsi, i risultati economici e l’equilibrio finanziario per essere conseguiti e mantenuti, necessitano di opportune azioni mirate precedute da un’attività di controllo della gestione nei suoi vari aspetti. Questo rappresenta per l’azienda un’opportunità di cambiamento negli strumenti di guida e il controllo di gestione tende ad assumere un’importanza strategica non solo per la gestione operativa quotidiana dell’impresa, ma anche per le scelte di natura strategica di lungo periodo.

Nella mia esperienza professionale di consulente in finanza e controllo di gestione, ma anche in quella dei miei colleghi che si occupano di produzione, nuove tecnologie, innovazione di processo, ho spesso riscontrato situazioni in cui di fatto mancano strumenti per gestire la competizione con i concorrenti in chiave strategica (in mercati sempre più globalizzati e turbolenti!), mancano strumenti di controllo di gestione (in molte aziende, ad esempio, il costo di prodotto viene ancora calcolato con metodi oramai obsoleti), e di gestione e organizzazione della produzione. Il nuovo scenario competitivo invece impone alle imprese che voglio crescere di dotarsi di moderni sistemi di controllo di gestione, che permettano al management di prendere delle decisioni sia di lungo che di breve periodo in diversi ambiti della gestione aziendale. È necessario inoltre poter monitorare i risultati delle scelte del management, sia a livello strategico che operativo, potendo cosi avviare azioni correttive ove necessario.

L’instabilità che domina oggi l’arena competitiva sta quindi dando sempre maggiore rilevanza alle attività di pianificazione e controllo. Ma non può esservi planning senza un efficace sistema di reporting. Troppo spesso in azienda si elabora un numero eccessivo di report, in molti casi finalizzati a “tamponare” un fabbisogno informativo contingente senza essere poi aggiornati nel tempo, altri invece sono di natura periodica ma, non venendo gestiti nel modo corretto, non sempre risultano essere utili ed adeguati alle mutevoli esigenze aziendali.

L’implementazione di un sistema di controllo di gestione efficace, presuppone inoltre che ci siano all’interno dell’azienda obiettivi strategici condivisi da tutto il personale, e non solo dall’Alta Direzione. Proprio in quest’ottica, il sistema di controllo di gestione dovrebbe essere interrelato con corretti meccanismi di definizione delle responsabilità e delle competenze, di selezione e valutazione del personale e di un sistema premiale per incentivi.

L’analisi dei processi come strumento di qualità

imagesLe organizzazioni che non implementano approcci strutturati e sistemi di monitoraggio Qualità, spesso presentano le seguenti caratteristiche:

  • Orientamento alla quantità prodotta, anziché alla Qualità
  • Deresponsabilizzazione delle persone
  • Indicazioni poco chiare che spesso non arrivano agli operatori coinvolti nel processo produttivo
  • Atteggiamento spesso più orientato alla ricerca del colpevole anziché delle cause

Tale approccio identifica chiaramente un NON orientamento al miglioramento continuo, poiché impedisce l’individuazione delle problematiche, che pertanto rimangono nascoste. La presenza costante delle Non Conformità di prodotto deriva dunque da:

  • Scarsa attenzione alle dinamiche di processo
  • Gestione che non si basa su dati empirici rilevati (rilevazioni, tempistiche, incidenze percentuali, standard di riferimento…)
  • Utilizzo di terminologie e linguaggi differenti o poco efficaci nel trasmettere le informazioni

Procedure di processo NON formalizzate dunque. Il Processo definisce il “che cosa” di una trasformazione – “Cosa ottengo da cosa e con quale obiettivo?”. La Procedura definisce il “come” di una certa attività – “Come realizzo una certa cosa?”; la procedura descrive in modo (più) preciso le regole da seguire per svolgere determinate operazioni le sequenze di attività e di decisioni, gli eventi che innescano una certa attività o decisione. Per definire corrette procedure e standard è essenziale analizzare nel dettaglio i processi. Esistono molteplici strumenti per l’analisi e la mappatura dei processi. In ogni caso il punto di partenza è l’attenta osservazione sul campo e la rilevazione dei dati di performance di processo. Tale approccio è essenziale per poter costruire un percorso strutturato che mira all’implementazione di un sistema Qualità orientato al miglioramento continuo.

Sostenibilità e tracciabilità per la creazione del valore – Convegno sul settore Moda

Il tema della Sostenibilità sta diventando sempre più centrale per le imprese, e particolarmente per quelle che producono manufatti di alta qualità. Lo scenario produttivo e commerciale infatti, da questo punto di vista, è in veloce evoluzione.

Politecnico di MilanoA monitorare la situazione italiana ci pensa l’Osservatorio Sistema Moda, un progetto di ricerca nato proprio con l’obiettivo di “offrire un’opportunità di riflessione sulle sfide che il Sistema Moda del nostro paese deve affrontare, fornendo schemi interpretativi sui cambiamenti in atto e risposte concrete alle esigenze di conoscenza delle imprese”. Il tutto partendo dall’analisi di casi concreti e di confronti con la letteratura internazionale, nell’ottica di offrire un punto di vista tecnico sull’argomento della Sostenibilità. Tale progetto vede la partecipazione congiunta del Politecnico di Milano, dell’Università degli studi di Padova e dell’Università di Firenze (a fondo pagina l’elenco completo dei collaboratori).

I risultati di questi studi sono stati presentati il 12 novembre scorso presso la sala Consiglio del Dipartimento di Ingegneria Gestionale del Politecnico di Milano, durante il convegno intitolato “SHOPPING CONSAPEVOLE NEL SETTORE MODA: Tracciabilità e sostenibilità nella filiera per la creazione del valore”, in una tavola rotonda cui hanno partecipato da un lato i ricercatori dei vari atenei e dall’altro i rappresentanti delle principali realtà imprenditoriali del fashion. Sono stati discussi gli aspetti di maggiore interesse sul tema, tra i quali i driver e le best practice per la sostenibilità, sia sociale che ambientale, i rapporti con i fornitori, la comunicazione e le aspettative del cliente finale.

Ingegneria Gestionale PadovaL’idea della Sostenibilità e della Tracciabilità della filiera del Made in Italy nasce dalla consapevolezza che i processi di produzione implicano una serie di esternalità che possono incidere considerevolmente sulla salute delle persone e dell’ambiente, sulla sicurezza individuale, sullo sfruttamento delle risorse naturali. In tale scenario socio-produttivo, per le imprese di qualità lo Sviluppo Sostenibile diventa automaticamente un valore, nonché una chiave per rilanciarsi: ciò che è attraente per il consumatore è il prodotto finito nel suo senso più ampio, che comprende tutte le modalità con cui è stato progettato, realizzato, confezionato, in quali ambienti, da chi e in quali condizioni… dalle materie prime alle lavorazioni al trasporto, ogni stadio della filiera è importante. Così come è fondamentale saper comunicare una spiccata attitudine aziendale al tema della Sostenibilità.

SostenibilitàLa Tracciabilità di filiera, dalla materia prima al punto vendita, vede i suoi principali campi di applicazione non solo nell’ambito del marketing, ma anche come mezzo di controllo per l’organizzazione interna oltre che, ovviamente, come strumento contro la contraffazione.

La sensibilità di consumatori ed imprese per questi temi, parallelamente, è da tempo in costante ascesa, sebbene con qualche ritardo del settore Moda nel suo complesso. La divulgazione di informazioni tecniche su come agire per promuovere lo sviluppo sostenibile ha dunque lo scopo di contribuire ad un’accelerata nell’applicazione di princìpi che si impongono sempre con maggior forza, in un’ottica imprenditoriale che, di pari passo con quella del consumatore responsabile, coinvolga l’intero sistema socio-economico-ambientale.

Il Sistema Italia ha fatto numerosi passi avanti, ma il cammino è ancora molto lungo.

 

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Collaborano all’Osservatorio Sistema Moda Italia:

Alessandro Brun, Federico Caniato, Maria Caridi, Andrea Sianesi, Gianluca Spina – Dip. di Ingegneria Gestionale, Politecnico di Milano;

Alessandro Da Giau, Pamela Danese, Andrea Lion, Laura Macchion, Andrea Vinelli – Dip. di Tecnica e Gestione dei Sistemi Industriali, Università degli studi di Padova;

Romano Cappellari – Dip. di Scienze Economiche e Aziendali, Università degli studi di Padova;

Romeo Bandinelli, Rinaldo Rinaldi – Dip. di Ingegneria Industriale, Università di Firenze.

MAS al Fashion Digital Meet 2014: breve resoconto

Walter Macorig al Digital Meet 2014Nell’ambito della rassegna DIGITALmeet 2014, venerdì 24 ottobre si è svolto nella prestigiosa sala conferenze del Lanificio Conte di Schio (Vi) l’incontro “Archivi Vivi: il Fashion nell’era Digitale”, a cui anche quest’anno MAS ha partecipato con entusiasmo ed in particolare grazie alla presenza di Walter Macorig in veste di co-relatore.

DIGITALmeet è una rassegna in quattro giornate di meeting e conferenze organizzata nel Nordest e giunta alla seconda edizione, i cui temi centrali sono quelli della digitalizzazione delle imprese, dell’applicazione delle nuove tecnologie in ambito aziendale, del presente e del futuro dell’e-commerce ed in generale dell’utilizzo delle tecnologie digitali nei processi aziendali, dall’ordinativo alla fatturazione passando per i sistemi informatizzati di gestione d’impresa e, naturalmente, il marketing on-line.

Archivi vivi al Digital Meet 2014: il pubblicoL’incontro “Archivi Vivi: il Fashion nell’era Digitale”, organizzato in collaborazione con MAS dalla Fondazione Comunica di Gianni Potti (presidente nazionale Confindustria servizi innovativi), più che un normale convegno è stato pensato come un meeting interattivo tra più di 150 studenti degli istituiti di moda ed un gruppo di manager, tecnici ed esperti del settore. Tema: i cambiamenti portati dalle nuove tecnologie digitali nel mondo aziendale del fashion. Il tutto si è svolto ovviamente sfruttando anche i maggiori canali on-line (#FashionDigitalMeet e pagina Facebook di Innovazione Moda), con diffusione in streaming (si può trovare QUI la registrazione completa, ed ampio materiale nei portali ufficiali www.digitalmeet.it e www.innovazionemoda.org), incentivando inoltre un’aperta interazione con i partecipanti sulla falsariga dei metodi BOF (“birds of a feather”).

Il fashion nell'era del digitale: i relatoriGli studenti hanno dapprima visitato i giardini Jancquard e la Fabbrica Alta di Schio, seguendo poi in sala la presentazione dei relatori (Lidia Zocche – responsabile servizio cultura del comune di Schio, Walter Macorig – MAS e Università IUSVE Venezia, Anna Maria Addante – dirigente scolastico IIS Ruzza, Silvia Tebaldi – coordinatrice attività extracurricolari fashion IIS Ruzza, Ruggero Toniolo – information system director Louis Vuitton Italia, Sabina Sergi – HR recruitment and developement manufacture de souliers Louis Vuitton, Riccardo Capitanio – presidente giovani Ascom Confcommercio, Enzo Sisti – innovation manager, Irene D’Agati – fashion specialist e blogger di www.nonsoloborse.net, Andrea Rambaldi – presidente Sistema Moda Confindustria Padova). Mediante una presentazione informale ed un dibattito incentrato sul botta e risposta sono potute emergere, in forma di esperienze personali, di analisi del presente e di scommesse sul futuro, le maggiori questioni riguardanti il rapporto delle imprese con le tecnologie digitali: come le modalità di progettazione, produzione e vendita si siano evolute di pari passo con gli strumenti tecnologici; quanto il Digitale possa fornire strumenti nell’ottica del miglioramento continuo; come il Web possa essere importante (ed ormai imprescindibile) mezzo di promozione nel mondo dell’Artigianato locale di qualità; come le informazioni della Rete possano costituire una risorsa fondamentale per il lavoro di creativi e designer.

Due ore intense, seguite con entusiasmo non solo dai presenti, ma anche su piattaforme on-line e blog, che contribuiranno a proseguire il dibattito, a generare nuove idee ed a collezionare i temi di maggiore interesse: terreno fertile sul quale sviluppare la prossima edizione!

La Via della Seta 2.0: Internazionalizzazione Digitale

L’impatto del commercio elettronico sulla Supply Chain delle PMI 

 

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In un’Italia caratterizzata dal più alto numero di PMI a livello Europeo ma con il più basso tasso di digitalizzazione, anche l’attuale crisi economica ha avuto sviluppi positivi: il mondo della piccola e media imprenditoria ha preso coscienza dell’importanza di ricorrere al commercio elettronico come vettore di penetrazione di nuovi mercati. Il tema dell’internazionalizzazione digitale è quindi più che mai attuale.

Allo stesso tempo le PMI spesso sottovalutano le energie richieste per il raggiungimento di un simile obiettivo, inoltre, l’incapacità di comprendere la giusta sequenza dei processi imprenditoriali e la tempistica relativa a tali operazioni può portare a rilevanti aumenti dei costi rispetto a quanto preventivato.

L’avvio di un’attività e-commerce richiede quindi una approfondita valutazione dei rischi, una pianificazione adeguata e non ultima una continua attività di monitoraggio delle performance (benchmark, analisi delle KPI ecc.)

L’aspetto più contradditorio dell’e-commerce è che se da una parte limita la complessità della Supply Chain riducendo il numero di attori intermedi, dall’altra il livello di efficienza ed efficacia della nuova catena di fornitura deve essere incrementato a livelli inusuali per le PMI italiane.

Fondamentale è quindi condividere in azienda la cultura dei fattori critici di successo di un’attività di e-commerce: rapidità della consegna, affidabilità e qualità del prodotto affinché un progetto di internazionalizzazione digitale non si riveli fallimentare.

Garantire un tale livello di efficienza dell’operatività aziendale richiede la revisione e l’eventuale adeguamento dei sistemi ICT, un layout degli spazi distributivi adeguato alla gestione dei processi logistici relativi sia al commercio elettronico che tradizionale, acquisizione di competenze di digital marketing e una buona dose di flessibilità. Tutto ciò al fine di essere reattivi e pronti a rispondere efficacemente ad improvvise variazioni della domanda senza compromettere tempi di consegna e qualità del prodotto finito.

Quanto sopra è ancor più valido per le PMI Italiane che fanno del Made in Italy la loro bandiera, quel quid plus che permette loro di penetrare mercati lontani e insidiosi con relativa facilità.

Il canale di vendita del commercio elettronico si rivela quindi un’ottima opportunità d’internazionalizzazione e crescita per le PMI italiane, a patto che la si affronti con cognizione di causa, consapevoli dei rischi e degli sforzi necessari al successo dell’impresa. L’unione di competenze ICT e di quelle gestionali è perciò prerequisito indispensabile all’avvio di un e-commerce vincente e sostenibile nel lungo termine.

Nuova posizione Stage: Business Intelligence Analyst

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MAS Management Network cerca una figura da affiancare alle risorse interne per potenziare le propria capacità di Business Analysis.

La proposta è rivolta a neolaureati o laureandi in Economia ad indirizzo Gestione d’impresa o in Ingegneria Gestionale con spiccate attitudini ed interesse per l’attività di Management Consulting.

La risorsa parteciperà alle principali attività di analisi del business, reporting, identificazione delle aree di miglioramento e alla progettazione di modelli di monitoraggio delle performance (KPI).

Il candidato identificato avrà la possibilità di osservare e partecipare a tutti i progetti seguiti dalla società, compresi quelli ad orientamento logistico produttivo e IT.

Alla luce delle peculiarità del mondo della consulenza si richiede ai candidati una particolare attitudine alla gestione autonoma del carico di lavoro, buone capacità relazionali, ottime capacità di analisi, problem solving e spirito d’iniziativa.

Il candidato verrà valutato tanto in base alle proprie competenze teoriche quanto in relazione alle proprie attitudini ed esperienze pregresse, sia lavorative che di vita personale.

Requisiti necessari:

• Conoscenza della lingua inglese
• Confidenza con suite Office

Costituisce un plus:

• Conoscenza della lingua francese
• Esperienza all’estero (Erasmus o altro)
• Essere automuniti.

Per ulteriori informazioni si prega di compilare il form alla sezione Carriera

Archivi d’impresa per l’innovazione e la comunicazione nelle aziende del design: strumenti e tecniche di gestione

Museo della calzatura Rossimoda – Archivio storico Rossimoda
            www.museodellacalzatura.it

L’utilizzo del capitale intellettuale è fondamentale per la creazione di valore: per competere nella nuova dimensione dei mercati globali, le imprese, in particolare quelle legate al mondo del design, sia esso industriale che manifatturiero, devono tener conto dei mutamenti originati da cambiamenti culturali, sociali ed economici.

Numerose realtà aziendali del design – del Made-in-Italy, del fashion, dell’arredo… – sono consapevoli dell’importante legame tra la propria storia e il prossimo futuro, comprendono il potenziale vantaggio competitivo che deriva dalla corretta valorizzazione del proprio patrimonio storico.  Per tale ragione, infatti, molte imprese hanno organizzato degli Archivi d’impresa – in realtà spesso dei semplici “magazzini” – in cui sono stati accumulati i manufatti e i documenti della propria storia aziendale.

Tali magazzini spesso – pur disponendo di una quantità elevata di prodotti, prototipi e materiali realizzati nel corso degli anni – non sono però sempre gestiti in modo razionale ed ottimizzato e quindi in molti casi non vengono sfruttate al meglio le potenzialità legate all’innovazione (sviluppo prodotto) e alla comunicazione del brand.

E’ quindi prioritario affrontare il tema della riorganizzazione e della gestione dell’Archivio aziendale dal punto di vista del corretto approccio metodologico e dei possibili strumenti organizzativi ed informativi impiegabili.

L’incremento progressivo delle capacità degli strumenti digitali di archiviare ed elaborare dati ha reso disponibile un numero sempre crescente di informazioni e indotto la creazione di funzioni sempre più evolute di archiviazione e ricerca, offrendo la possibilità di elaborare confronti, andamenti, scostamenti, memorizzare immagini e video, condivisione web, ecc..

In quest’ambito le tecnologie digitali assumono un ruolo strategico per quanto concerne la valorizzazione dell’immenso patrimonio che ciascuna azienda possiede inteso come vantaggio competitivo intrinseco legato al know-how storico.

Gli Archivi aziendali rappresentano uno strumento chiave per il miglioramento continuo e come sorgente di creatività. Non solo, supportano il processo di formazione e divulgazione della conoscenza all’interno del contesto aziendale e risultano fondamentali per la comunicazione dei valori del brand.

Supply Chain: soddisfacente oggi, migliore domani

Gli ostacoli sulla strada del miglioramento continuo della supply chain

La supply chain di un’organizzazione è un sistema articolato e caratterizzato da dinamiche complesse che può diventare una risorsa chiave se utilizzata in modo intelligente. L’interpretazione corretta della rete organizzativa può far crescere esponenzialmente il business aziendale rendendolo più elastico, agile e in grado di ridurre i rischi rispondendo velocemente agli imprevisti.

Gli ultimi anni hanno dimostrato che molti fattori naturali come terremoti, allagamenti e tsunami possono influire sulla supply chain. Per ridurre tali rischi le aziende e i venditori dovrebbero allargare le loro reti di fornitura e potenziare gli strumenti di “misurazione” dei flussi informativi che le attraversano.

Il recente studio Global Manufacturing Outlook di KPGM evidenzia però che sebbene siano chiare le potenzialità legate alla completa visibilità della supply chain, allo stesso tempo le organizzazioni stentano a migliorarne le prestazioni prevalentemente per tre ragioni:

  • Carenza di informazioni disponibili;
  • Mancanza di competenze e capacità interne ed esterne;
  • Inadeguatezza dei sistemi informativi.


Le sfide da affrontare per una supply chain completamente integrata e visibile

Nonostante ciò gli ultimi due anni hanno visto un trend di crescita in termini di accesso alle informazioni della supply chain, ma per molte aziende permane la difficoltà di raggiungere un livello di tempestività, precisione e accuratezza tale da avere una visione real time della situazione.

Se è vero che la tecnologia giocherà un ruolo fondamentale nel fornire visibilità in tempo reale sulle vendite e le forniture per supportare l’agilità richiesta dai mercati attuali, è vero anche che non è sufficiente disporre delle informazioni in tempo reale, ma è necessario condividerle. (You simply can’t build the type of relationship you need to share real-time data without trust -Osamu Matsushita, Head of Industrial Manufacturing, KPMG in Japan)
Mettere informazioni vitali a portata di mano dei partner di supply chain attraverso strumenti sofisticati significa che l’intera rete aziendale può prendere decisioni più rapide e smart con un occhio di riguardo alla gestione della distribuzione.

Fonte: KPMG – Global Manufacturing Outlook – Giugno 2014 – kpmg.com/gmo

 

 

 

Convegno Archivi Digitali: Made in Italy – re-use of fashion heritage and new digital perspectives

In questi giorni a Londra si sta tenendo conferenza internazionale presso il V&A Museum in comunione con Europeana Fashion. Obiettivo del convegno analizzare le correlazioni tra gli archivi della moda e la loro condivisione a livello digitale. Europeana Fashion è un consorzio che riunisce 22 partner d’eccellenza tra i più importanti musei pubblici e privati, gli archivi e le collezioni di 12 paesi europei, tra cui Archivio Missoni, Museo della calzatura Rossimoda, Archivio Pitti, Museo V&A, Museo del Traje, Museo Les Arts Décoratifs. L’intento di questo consorzio, che rappresenta le principali istituzioni europee e le principali collezioni nell’ambito della moda, è quella di creare un aggregatore tematico sulla moda, ponendo in particolar modo l’accento sulla qualità e la granularità dei dati, che rifletta la versatilità della moda in quanto mezzo di comunicazione.
Presenti al convegno rappresentati del comparto moda italiano come Luca Missoni – Direttore artistico Archivio Missoni – Isabella Campagnol – Curatrice Archivio Rubelli – Lapo Cianchi – Fodazione Pitti.

Negli ultimi anni un pubblico sempre più ampio ha sviluppato un interesse crescente per i contenuti della moda legati alla ricerca, alla didattica e al tempo libero. L’era digitale, lo sviluppo e la disponibilità di nuove tecnologie hanno fornito nuovi e fondamentali strumenti per permettere a molte istituzioni di affrontare e risolvere i loro diversi problemi, e in particolare:

  • documentare le collezioni in dettaglio, per un uso interno ed esterno, senza la necessità di maneggiare fisicamente le collezioni;
  • aumentare l’accessibilità delle loro collezioni per un pubblico che sia il più vasto possibile, grazie alla digitalizzazione e alla catalogazione.

Internet è diventato la principale fonte di informazioni per il mondo della moda e dell’industria attraverso una vasta gamma di siti web, portali, blog, social network, ecc. La dimensione virtuale è diventata una realtà imprescindibile per la creazione, la diffusione, il consumo e lo studio della moda che richiede di essere esplorato a livello mondiale. La difficoltà di raccogliere e studiare l’enorme mole di conoscenza prodotta all’interno del web è diventata una necessità per lo studio contemporaneo della moda. Tuttavia, vi è una palese mancanza di contenuti strutturati, facilmente reperibili e affidabili. Allo stato attuale, la ricerca di questi materiali digitali è difficile e rischia di diventare ancora più complessa, in quanto i contenuti digitali sulla moda continuano ad aumentare in modo frammentario. Fondamentale dunque risulta sensibilizzare e creare consenso all’interno della comunità della moda per quanto riguarda le migliori prassi in materia di digitalizzazione del patrimonio culturale.

MAS ritiene che i temi affrontati e condivisi nell’ambito del convegno risultino di grande interesse per le aziende del Fashion.