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Cos’è il Co-branding?

L’avvento della tecnologia, dei nuovi mezzi di comunicazione ed il processo di globalizzazione hanno determinato il sorgere di un nuovo scenario competitivo tra le diverse aziende, alimentando, in un certo senso il fenomeno del co-branding.

Il co-branding è di fatto una collaborazione temporanea tra più brand, tesa a lanciare un prodotto figlio di questa unione. Si tratta di realtà già conosciute e riconoscibili dal pubblico, che possono così comunicare senza influenzare l’identità di marca. È caratterizzato da una prima marca definita ospitante o accogliente; mentre l’altro brand viene chiamato invitato o secondario. Tale contratto è caratterizzato da una significativa area di rischio, coinvolgendo elementi sensibili dell’impresa.

È possibile distinguere diverse tipologie di co-branding: funzionale e simbolico, esclusivo e non esclusivo. Il co-branding funzionale prevede l’indicazione sul prodotto di due o più marchi utilizzati nella realizzazione del prodotto medesimo. L’impresa titolare del brand ospitante stipula un contratto con un partner avente lo scopo di far figurare sul prodotto, un marchio esterno alla categoria in cui il prodotto stesso si trova. Il product base co-branding costituisce una forma più intensa di collaborazione tra i due o più brand.  I due o più marchi vengono combinati, creando un unico prodotto distintivo.

Nel mondo della moda l’attività di co-branding è sempre più comune soprattutto per aumentare l’audience, essere più creativi e rinnovare il brand dandogli un apporto sempre più innovativo e al passo con i tempi. Alcuni esempi di co-branding che hanno avuto successo nell’ultimo periodo sono i seguenti:

  • Diesel x Diesel: fake smile: Nel 2021 il brand propone una capsule collection composta da 24 capi iconici rubati dall’archivio del brand e riadattati allo stile e alle esigenze dell’epoca attuale per creare un collegamento tra il passato e presente. A celebrare questa collezione la campagna “Fake Smiles” dove per fake si intende “esagerazione”, con un taglio di ironia la capsule rappresenta una frecciatina alle mille collaborazioni che dominano l’industria della moda. Collaborando con se stessa, Diesel X Diesel rievoca non solo un sentimento nostalgico della propria Heritage passata ma rileva anche la propria capacità di far leva sul suo stesso marrchio creando un prodotto che nella mente del consumatore, proprio per la strategia controtendenza, si posiziona al di sopra delle usuali collaborazioni ricercate dagli altri brand.
  • Supreme x Luis Vuitton: La collaborazione tra Louis Vuitton e Supreme è stata una delle partnership più sorprendenti e influenti nel mondo della moda di lusso. La notizia ha generato un’enorme attesa e ha suscitato un grande interesse da parte degli appassionati di moda e degli amanti dello streetwear. La collaborazione ha presentato una vasta gamma di prodotti, tra cui borse, accessori, abbigliamento e scarpe. I classici motivi del monogramma di Louis Vuitton sono stati combinati con il logo iconico di Supreme, creando un’estetica unica che ha reso riconoscibili i prodotti della collaborazione. La collezione è stata distribuita in modo molto esclusivo. Inizialmente, è stata disponibile solo in selezionate boutique Louis Vuitton e presso alcuni pop-up store temporanei. Questa strategia di distribuzione limitata ha contribuito ad accrescere l’aspettativa e la richiesta dei prodotti.

Il contratto di co-branding, nella maggior parte dei casi, rappresenta una strategia di marketing vincente, che consente alle aziende la possibilità di creare, attraverso la fusione dei loro marchi, un’esperienza unica nel mercato. Nella società attuale, caratterizzata da una competitività sempre più spinta, il contratto di co-branding rappresenta senz’altro una soluzione sempre più utilizzata e scelta per la sua estrema duttilità anche in considerazione della reale capacità di “attrarre” nuova clientela e giungere con estrema efficacia e con maggiore impatto nel mercato del fashion.

Il passaporto digitale di prodotto

Il tenore di vita è aumentato a livello globale e il consumo di prodotti è in costante crescita. I passaporti digitali dei prodotti sono una soluzione proposta per incentivare una produzione più sostenibile, modelli commerciali circolari e decisioni di acquisto ben informate.

Il 30 marzo 2022, la Commissione europea ha proposto un pacchetto di misure legislative nell’ambito del Green Deal europeo e del Piano d’azione per l’economia circolare (CEAP). Il pacchetto legislativo mira a rendere quasi tutti i beni fisici nell’UE, compresi i prodotti Elettrici Elettronici (EE), più sostenibili, circolari ed efficienti dal punto di vista energetico durante il loro ciclo di vita.

Lo scopo di un passaporto di prodotto è quello di raccogliere dati su un prodotto e sulla sua catena di fornitura e rendere disponibili queste informazioni in modo che tutti gli stakeholder, compresi i consumatori, possano comprendere meglio i prodotti che utilizzano e il loro impatto. Questa maggiore disponibilità e tracciabilità dei dati intende facilitare la transizione verso un’economia circolare. La sua base è la blockchain, una tecnologia decentralizzata che mira a garantire che tali dati siano sicuri e facilmente accessibili all’utente finale. I dati sono accessibili tramite un’etichetta di cura, codice QR o codice a barre, che il cliente può scansionare per visualizzare le informazioni fornite.

Le categorie che il Dpp presenterà include le informazioni generali sul prodotto, quali l’Id, il peso, lo stabilimento di produzione e i numeri di riferimento, e la fonte, che si riferisce al tipo di materia prima utilizzata per la creazione del prodotto e alla sua origine.

Le principali aree in cui i passaporti di prodotto sono destinati a fare la differenza sono:

  • Produzione più sostenibile, ovvero “Aumentare l’efficienza dei materiali e dell’energia, prolungare la vita dei prodotti e ottimizzarne l’uso”.
  • Modelli di business circolari, ovvero “Consentire alle aziende di implementare modelli di business basati su servizi e riparazioni”.
  • Decisioni di acquisto ben informate, ovvero “Aiutare i consumatori a fare scelte più sostenibili e a monitorare il loro impatto”.
  • Verificare la conformità agli obblighi di legge, ovvero “Gestire una registrazione a livello europeo degli standard e delle certificazioni che un prodotto soddisfa”.

Le capitali europee, le imprese e le società civili si sono espresse positivamente sull’introduzione del passaporto digitale per una vasta gamma di prodotti. Tuttavia, molti hanno segnalato preoccupazioni riguardo alle categorie che potranno accedere ai diversi livelli di informazioni.

Un esempio concreto di applicazione del passaporto digitale del prodotto lo possiamo riscontrare nei prodotti sinuose borsette Spiral Curve 01 e 02, realizzate dall’azienda Mugler. Mugler, maison francese del lusso fondata dal visionario Thierry, ha dotato alcuni accessori di DPP, leggibile dagli acquirenti scansionando un QR code, collocato sul retro della tasca interna della borsa. I clienti Mugler che acquisteranno il prodotto verrà anche dato accesso a offerte e servizi esclusivi. L’amministratore delegato di Mugler vuole di fatto trasformare un vincolo governativo in una grande opportunità. Un processo niente affatto facile, perché per poterlo attuare le aziende potrebbero dover effettuare investimenti tecnologici, ripensare i processi e formare e allineare un gran numero di persone nella creazione di DPP per tutti i prodotti che potrebbero essere interessati. La moda è uno dei settori più inquinanti del mondo, ma questo nuovo Digital ID mostra come il business sia impegnato in un cambiamento significativo e misurabile.

Metodologie di apprendimento non formale

L’apprendimento informale avviene durante le attività quotidiane e consiste nell’imparare facendo direttamente il lavoro sul campo, formula chiamata learning by doing. Consente alle persone di accrescere spontaneamente la propria maturità e di implementare, con spontaneità e naturalezza, grazie alla partecipazione “in prima persona”, le proprie conoscenze. Stimola e dà spazio al bisogno di partecipazione attiva e di espressione delle proprie opinioni. Avvicinare il setting e le modalità educative a quelle esperienziali della vita quotidiana contribuisce allo sviluppo personale dell’individuo, al loro inserimento sociale e introduce l’abitudine alla cittadinanza attiva. Il processo di apprendimento, quindi, non avviene tramite spiegazione diretta da parte di un insegnante, come accade nel metodo formale, ma si realizza attraverso l’azione e la sperimentazione in prima persona di nuove situazioni, compiti e ruoli.

A partire dagli anni ‘60, in America e nell’Europa scandinava, i fattori che permisero lo sviluppo di questa metodologia furono due: il primo fu l’elevato costo dei sistemi scolastici, dovuto alla grande richiesta di servizi educativi, mentre il secondo fattore fu la consapevolezza, diffusa soprattutto nei paesi del nord Europa, che la scuola doveva essere solo uno dei diversi metodi formativi presenti nella società. La Commissione Europea ha deciso di dare molto valore a questo tema, tanto che nel 2002 ne ha largamente parlato all’interno del Libro bianco (“White Paper”), un documento ufficiale dedicato a “un nuovo impulso per la gioventù europea”.

Tra le metodologie principali troviamo:

  • La Gamification, che deriva dalla parola “game” e viene definito come un insieme di regole mutuate dal mondo dei videogiochi. Ha l’obiettivo di applicare meccaniche ludiche ad attività che non hanno direttamente a che fare con il gioco, ad esempio il mondo del lavoro. In questo modo è possibile influenzare e modificare il comportamento delle persone, favorendo la nascita ed il consolidamento di interesse attivo da parte degli utenti coinvolti verso il messaggio che si è scelto di comunicare, sia all’incremento di performance personali o più in generale alle performance d’impresa. La Gamification si pensa che possa essere una soluzione per rendere il lavoro dei dipendenti molto più coinvolgente e stimolante, ed è visto come strumento capace di aumentare le performance.
  • Il World Café è un metodo semplice ed efficace nel dar vita a conversazioni informali, vivaci e costruttive, su questioni e temi che riguardano la vita di un’organizzazione o di una comunità. Particolarmente utile per stimolare la creatività e la partecipazione. Gli incontri informali tra le persone (le conversazioni nei bar, nei salotti, dal barbiere, ecc.) sono stati storicamente opportunità di scambio, partecipazione e apprendimento, nonché di preparazione all’azione sociale.
  • LEGO® Serious play è una metodologia di facilitazione non formale orientata al confronto in contesti di collaborazione. Attraverso l’uso dei mattoncini LEGO, impiegati come strumento rappresentativo e metaforico, la metodologia supporta gruppi di lavoro in una riflessione su un tema comune che conduca a concrete assunzioni di responsabilità condivise.

Un approccio bottom-up, dal basso verso l’alto, prevede che l’attività educativa avvenga nell’interesse degli individui che sono chiamati a partecipare all’organizzazione e alla progettazione delle attività. Una maggiore responsabilità per le persone che dà la possibilità di capire e, se necessario, cambiare la struttura sociale intorno a loro. I risultati dell’educazione non formale sono evidenziati dal livello della crescita personale dei partecipanti, dalla consapevolezza sui temi trattati, dalla valutazione dei propri risultati di apprendimento, dalla capacità di applicarli ad altri contesti, dalla motivazione, dalle abilità e dalle competenze trasversali.

6 motivi per la Sostenibilità

Il ruolo del management strategico è quello di fissare obiettivi e mettere in atto procedure che rendano le aziende più competitive, valorizzando le istanze di tutti gli stakeholder.

È fondamentale che la Sostenibilità sia al centro di questi processi di innovazione, affinché l’impresa rimanga attraente per consumatori, dipendenti e investitori.

La Sostenibilità non è più un optional per la gestione strategica, è un must have per competere nel mercato di oggi. Creare una strategia per la Sostenibilità significa apportare i cambiamenti organizzativi e tecnologici necessari per dimostrare che si è conformi e si intraprendono azioni efficaci e migliorative. E’ necessario creare consenso in tutte le parti interessate e raggiungere gli obiettivi fissati internamente e/o dalle autorità di regolamentazione.

Ma perché migliorare le proprie performance di Sostenibilità? Quali sono le reali motivazioni? Eccone 6 di importanti:

  1. Protezione del marchio: Le aziende cercano sempre più di migliorare le proprie prestazioni tenendo conto del triplice obiettivo delle cosiddette “tre P”: profitto, persone e pianeta. Le ultime due in particolare possono avere un impatto considerevole sul nome e sull’immagine del marchio, che, a loro volta, possono influire sui tuoi profitti. Un danno reputazionale può dissuadere i clienti a rivolgersi ad un certo brand e gli azionisti ad investire. Che si tratti dell’impatto ambientale dovuto all’utilizzo delle risorse naturali o dell’effetto di una attività commerciale sui fornitori, si è sempre sotto esame quando si tratta di implementare una strategia sostenibile.
  2. Attrazione per gli investitori ESG: L’acronimo ESG si riferisce a tre aree principali, precisamente Environmental (ambiente), Social (società) e Governance. Ogni pilastro fa riferimento a un insieme specifico di criteri come l’impegno ambientale, il rispetto dei valori di importanza sociale e dei lavoratori, e se un’impresa agisce con accuratezza e trasparenza nella sua gestione. Considerando che negli ultimi cinque anni si sono registrati record assoluti di investimenti ESG, la Sostenibilità è una tendenza di cui bisogna far parte se si vuole proporre un’offerta attraente, soprattutto per eventuali azionisti.
  3. Vantaggio competitivo: L’impegno per la Sostenibilità dà a un’azienda uno scopo e una cultura in grado di connettere i dipendenti a tutti i livelli della struttura del personale. È stato dimostrato che avere questo scopo condiviso migliora il morale e la soddisfazione dei dipendenti. Inoltre è in aumento il numero di talenti che cercano un lavoro basato sull’attenzione alla Sostenibilità aziendale.
  4. Incontrare le esigenze dei clienti: I consumatori sono sempre più interessati ad acquistare da aziende sostenibili, sia nei paesi sviluppati che in quelli in via di sviluppo. I clienti vogliono sapere che i loro acquisti provengono da aziende che adottano pratiche di Sostenibilità.
  5. Taglio dei costi: La Sostenibilità può anche ridurre le spese di un’organizzazione. L’utilizzo più efficiente di risorse come l’acqua e il carbonio può migliorare i profitti operativi. Minimizzare i rischi può ridurre i pagamenti necessari per compensare l’inquinamento causato da incidenti.
  6. Conformità normativa: Con una serie di leggi e regolamenti già emanati e il potenziale per ulteriori norme che aumenteranno i requisiti di Sostenibilità per le aziende, specialmente in Europa, l’adozione di pratiche di lavoro sostenibili da subito renderà più facile raggiungere la conformità anche in futuro.

Fashion e Sostenibilità al DigitalMeet 2023: resoconto dell’evento

La Sostenibilità è, nelle scienze ambientali ed economiche, la “condizione di uno sviluppo in grado di assicurare il soddisfacimento dei bisogni della generazione presente senza compromettere la possibilità delle generazioni future di realizzare i propri”. In ambito aziendale, essa può essere declinata in Sostenibilità economica, ambientale e sociale.

Ma quali sono concretamente i passi da compiere per un’impresa che intende migliorare sotto l’aspetto della Sostenibilità? E in quale direzione vanno le spinte di mercato e normative, nazionali ed europee, che indurranno presto le aziende a dover fare i conti coi propri indici di Sostenibilità?
A queste e ad altre domande fondamentali si è cercato di rispondere in occasione dell’evento “Il Fashion Sostenibile davvero: confronto sulle pratiche digitali di Sostenibilità nell’industria della moda”, tenutosi lunedi 6 novembre 2023 presso la sede del Politecnico Calzaturiero a Capriccio di Vigonza (PD) nonché in streaming sul canale Youtube ufficiale.

RIVEDI LO STREAMING DELL’EVENTO SU YOUTUBE

Nella prima parte dell’incontro, a monte della discussione vera e propria, specialisti e tecnici del settore si sono messi a disposizione con vari banchetti informativi per fornire gratuitamente informazioni sulle tematiche della Sostenibilità e consulenza focalizzata sulle migliori prassi di gestione del cambiamento, con un approccio pragmatico rivolto alle attività tipiche delle aziende del fashion.

Successivamente è iniziato il dibattito: una “tavola rotonda” con domande dal pubblico rivolte agli specialisti ed affrontate con un approccio pratico pensato per le imprese che devono fare davvero Sostenibilità sul campo. L’incontro ha visto la partecipazione di Walter Macorig di MAS Management Network in veste di moderatore. Questi i punti principali illustrati dai vari ospiti presenti:

Bruno Conterno (Amministratore Delegato di Nice Footwear S.p.a.), ha sottolineato 3 aspetti: 1) ci sarà presto una normativa europea molto stringente che obbligherà le aziende ad essere sostenibili; 2) se il “sistema Italia” delle imprese del territorio, che già oggi operano in molti casi come terzisti, vorrà rimanere competitivo, dovrà farlo puntando sull’alta qualità, e questo significa anche poter offrire prestazioni di elevata Sostenibilità; 3) i grandi brand internazionali con cui molte imprese italiane lavorano richiederanno presto alti standard di Sostenibilità ai loro fornitori, i quali dovranno adeguarsi, ed anzi gli stessi brand potranno aiutarli a compiere il percorso di innovazione.

Carlotta Wagmeister (Sostenibilità e Ambiente, Confindustria Veneto Est) ha spiegato che il quadro generale delle necessità aziendali nel territorio è abbastanza chiaro: è necessario fornire loro informazioni e metodologie per mettere in pratica azioni concrete; siccome il tema è recente, sarà utile fare sistema in modo da condividere i diversi approcci ed avere consapevolezza dei risultati potenzialmente conseguibili. I passi per l’implementazione sono: 1) analizzare la situazione esistente; 2) fare formazione e misurare le proprie prestazioni; 3) definire le procedure e comunicare i risultati.

Gianluca Giaccardi (Chief Product Officer di Tesisquare e General Manager di Elision) è concorde sul fatto che sia importante coinvolgere tutte le componenti a monte e a valle dell’impresa, in quanto la Sostenibilità riguarda l’intera supply chain, quindi sono necessari: 1) la raccolta e la gestione di una grande mole di informazioni, su prodotti, materie prime, fornitori, personale; 2) la partecipazione di figure specialistiche e consulenti, che possano accompagnare l’impresa nel miglioramento continuo delle prestazioni.

Carlo Brondi (Ricercatore del C.N.R.) assicura che il problema della Sostenibilità è sì difficile, ma gestibile, avendo tutte le informazioni a disposizione. La sfida però non si limita alla singola azienda bensì si tratta di una sida globale, per affrontare la quale bisogna condividere le conoscenze con numerosi attori, in particolare le evidenze scientifiche, e vanno costruiti degli indicatori affidabili che possano davvero misurare efficacemente i vari aspetti della Sostenibilità. E’ fondamentale che l’impresa possa validare i suoi sforzi a riguardo. Si affiancano quindi aspetti ambientali intrinseci alle caratteristiche fisiche del prodotto ad aspetti con effetto globale, come gli impatti generali sull’ambiente dovuti alla produzione del medesimo prodotto.

Alice Marcato (Direttrice del Politecnico Calzaturiero) ha illustrato come il Politecnico agisca su due fronti: quello della didattica agli studenti, aggiornando i corsi di studio e le pratiche ai temi della Sostenibilità, e quello delle aziende, in primis fornendo supporto e informazioni, e inoltre portando avanti progetti che coinvolgono numerosi attori (comprese le università) e varie reti d’impresa, soprattutto di R&S e/o figli di bandi regionali ed europei, “facendo gruppo”.

Quella della Sostenibilità è una sfida che va affrontata con spirito innovativo e collettivamente, con un visione globale.

Incontri di lettura “Il libro nel bicchiere”

Per l’edizione autunnale 2023 degli incontri “Il Libro nel bicchiere. Ombre di scrittura”, organizzata dal Gabinetto di Lettura di Padova con il contributo del Comune di Padova, della Camera di Commercio di Padova, del progetto Padova Looking Ahead and Beyond e dell’agenzia camerale Venicepromex, MAS Management Network ha potuto collaborare fornendo supporto di ideazione, gestione e promozione, per una manifestazione davvero interessante.

Si tratta infatti di una rassegna di presentazione di libri alla presenza degli autori, giunta quest’anno alla 19esima edizione, che dal 2005 si svolge in locali come caffè, ristoranti, bar e trattorie, con il fine di fare divulgazione culturale in contesto informale. L’ingresso è libero fino a esaurimento posti.

(Da un progetto di: Roberto Bettella – Marina Bolletti – Paolo Gobbi – Agnese Solero)

PROGRAMMA

Sabato 4 novembre ore 16.30
Agriturismo Capeeto, via Lago Dolfin 2, Salboro-Padova.
Cercando un paese di Giorgio Gobbo
L’autore ne parla con Roberto Bettella

Sabato 11 novembre, ore 16.30
Ristorante Etico Strada Facendo, via Chiesanuova 131, Padova
L’affaire 7 aprile di Roberto Colozza
L’autore ne parla con Mario Isnenghi

Sabato 18 novembre ore 16.30
Caffè Donna Paola, piazzale Pontecorvo 14, Padova
La Sibilla. Vita di Joyce Lussu di Silvia Ballestra
L’autrice ne parla con Morena Marsilio

Sabato 25 novembre ore 16.30
Ristorante Qui Mangio da Giorgio, via del Commissario 42, Padova.
Un doge infame. Sodomia e non conformismo sessuale a Venezia nel Settecento di Tommaso Scaramella
L’autore ne parla con Lorena Favaretto

Informazioni:

Progetto Gulliver – Tel. 049 8804117
progettogulliver2013@gmail.com
www.progettogulliver.org

Evento DigitalMeet 2023: “Il Fashion Sostenibile davvero”

Lunedì 6 Novembre 2023, dalle ore 17:00 presso il Politecnico Calzaturiero di Capriccio di Vigonza (PD) si terrà l’evento “Il fashion sostenibile davvero: confronto sulle pratiche digitali di sostenibilità nell’industria della moda”, di cui MAS Management Network è partner da alcuni anni nell’ambito della manifestazione DigitalMeet 2023.

 

“IL FASHION SOSTENIBILE DAVVERO” – 06 Novembre 2023, dalle ore 17:00

presso il Politecnico Calzaturiero – Capriccio di Vigonza (PD)

CLICCA QUI PER ISCRIVERTI ALL’EVENTO

 

 

Vi sarà un confronto sulle pratiche digitali di “Sostenibilità” nell’industria della moda e dibattito sulle “best practice” aziendali per un approccio pragmatico al cambiamento.

PROGRAMMA:

ore 17.00: “Open Advisory Desk” sui temi della Sostenibilità e visita ai laboratori del Politecnico: specialisti e tecnici del settore saranno a disposizione in vari banchetti informativi per fornire gratuitamente informazioni sulle tematiche innovative della Sostenibilità e consulenza focalizzata sulle migliori prassi di gestione del cambiamento, con un approccio pragmatico rivolto alle attività tipiche delle aziende del territorio.

AZIENDE PARTNER:

  • POLITECNICO CALZATURIERO: offre percorsi formativi per specializzare gli operatori del mondo del Fashion e partecipa a diversi programmi di Innovazione in collaborazione con partner internazionali;
  • CONFINDUSTRIA VENETO EST: mette a disposizione delle imprese un punto informativo e di consulenza sugli aspetti normativi a tutela delle iniziative di Sostenibilità nel mondo del Fashion;
  • CNR, CONSIGLIO NAZIONALE DELLE RICERCHE: svolge attività di studio e di analisi sulle metodologie di valutazione degli impatti in termini di Sostenibilità;
  • NICE FOOTWEAR S.P.A.: azienda specializzata nello sviluppo, nella produzione e distribuzione di calzature sportive e outdoor;
  • ELISION, THE IOT COMPANY BY TESISQUARE: centro di competenza Tesisquare, è specializzata in servizi e soluzioni per dare identità digitale e tracciabilità al prodotto connettendo il brand e il consumatore sfruttando le tecnologie IoT.
  • MAS MANAGEMENT NETWORK: società di consulenza organizzativo/gestionale specializzata nel mondo del Fashion e nella gestione dei processi di miglioramento continuo e della Sostenibilità

 

ore 18.00: “Tavola Rotonda” con gli specialisti del settore, imprenditori e professionisti dell’innovazione: sessione di dibattito aperto interattivo “open conference”, con domande dal pubblico rivolte agli specialisti, che si mettono a disposizione per condividere il loro know-how in ambito digital, con un approccio pratico pensato per le imprese che devono fare davvero innovazione sul campo. L’evento sarà anche trasmesso in videoconferenza su piattaforma di streaming, ed inoltre verrà utilizzata la app Slido per raccogliere le domande, sia in presenza che da remoto, in tempo reale.

MODERATORE

SPECIALISTI DEL SETTORE

 

Aperitivo di Networking al termine dei lavori

 

Il Fashion Sostenibile davvero

“VajontS 23”: lunedì 9 ottobre in più di 100 teatri italiani

 

 

 

 

 

 

 

Lunedì 9 ottobre 2023, a sessant’anni di distanza dalla tragedia del crollo della diga del Vajont, si svolgerà la rassegna teatrale “VajontS 23, contemporaneamente in più di 100 teatri in tutta Italia, per ricordare l’evento ed attualizzare i temi dello sfruttamento del suolo, della Sostenibilità ambientale ed in particolare delle risorse idriche, nonché per delineare prospettive future per il nostro paese. Si tratta di una “azione corale di teatro civile”: un progetto di Marco Paolini per La Fabbrica del Mondo, realizzato da Jolefilm in collaborazione con Fondazione Vajont.

Trova qui lo spettacolo più vicino a te!

 

MAS Management Network, sempre attenta ai temi riguardanti la Sostenibilità, è orgogliosa di collaborare con gli organizzatori e di supportarli nella realizzazione dell’intera rassegna.

 

 

 

 

 

 

 

“Trent’anni fa il racconto del Vajont era la voce di Marco Paolini, nel 60esimo anniversario della caduta della frana del Vajont che costò la vita a 2000 persone diventerà un racconto corale che coinvolgerà in contemporanea oltre 100 teatri in Italia e in Europa, un racconto che con un nuovo punto di vista non è più solo memoria e denuncia sociale, ma diventa un grido di dolore per il nostro rapporto predatorio con la natura.

Marco Paolini, la voce di un uomo solo con la diga del Vajont alle spalle che raccontava la tragedia che costò la vita a 2.000 persone parlando di responsabilità e non di «natura maligna», fece con Il racconto del Vajont la storia della TV e del teatro. Quella voce, il 9 ottobre del 2023, diventerà un enorme coro di 350 messe in scena di VajontS 23 in Italia e nel mondo: 130 teatri, da grandi istituzioni come i Teatri Nazionali a piccoli teatri di provincia, e poi gruppi di amici che lo leggeranno in casa, parrocchie, gruppi di lettura, insegnanti che lo faranno leggere a staffetta ai loro studenti, colleghi di lavoro, gruppi di teatro amatoriale e comitati di quartiere. VajontS 23 riscritto da Marco Paolini con la collaborazione di Marco Martinelli diventa «un’azione corale di teatro civile», il più grande evento di teatro diffuso mai realizzato in Italia per parlare questa volta non di memoria e di responsabilità, ma di futuro.

A novembre 22 questa era la visione: un evento corale, in tutta Italia, nel quale si raccontasse in simultanea la storia del Vajont in 100 teatri contemporaneamente. Ci Appariva come un obbiettivo affascinante e difficile, significativo e importante, ambizioso e affrontato con pochi mezzi e da un manipolo di persone che ne dovevano convincere molte altre per realizzarlo.

Oggi, questa è la realtà: un evento corale, in più di 135 teatri in tutta Italia e all’estero, che partendo dal racconto del Vajont racconterà anche storie diverse, raccolte in territori che fanno parte di questo paese, che hanno lasciato ferite e cambiato la vita di valli, quartieri, costoni, golfi, rive e paesi… per dare sentimento al coraggio di affrontare la sfida delle conseguenze del riscaldamento climatico. Un accumulo di storie che, se raccontate bene, in modo etico, possono aiutarci a immaginare l’ignoto per affrontarlo. La storia del Vajont ci serve perché insegna cos’è la sottovalutazione di un rischio affrontato confidando sul calcolo dell’ipotesi meno pericolosa tra tante. Tra tante scartate perché inconcepibili, non perché impossibili. Non essere capaci di concepire nasce dal non saper vedere un disegno, dal non riuscire a immaginare. Noi, raccontando con il Teatro, costruiremo il disegno, l’immaginario e il sentimento che deve essere comune, deve diventare il senso comune, la base della vita sociale di un paese fragile e prezioso come il nostro.”

PER INFORMAZIONI: contattaci@lafabbricadelmondo.org

La Fabbrica del Mondo – sito web

Jolefilm – sito web

Intelligenza Artificiale e modelli testuali

L’intelligenza artificiale (IA) ha fatto molta strada negli ultimi anni, con numerosi modelli e piattaforme sviluppati per consentire alle macchine di comprendere e rispondere agli input del linguaggio naturale. L’intelligenza artificiale si riferisce alla capacità delle macchine di eseguire attività che richiedono l’intelligenza umana, come la percezione, la comprensione, il ragionamento, la pianificazione, la comunicazione e l’apprendimento. In altre parole, si riferisce alla creazione di sistemi informatici che possono simulare l’intelligenza umana e imitare il comportamento umano.

L’IA viene utilizzata in molte applicazioni, come la ricerca di informazioni, l’elaborazione del linguaggio naturale, la visione artificiale, la robotica, il riconoscimento vocale, il controllo automatizzato e la guida autonomia.

Tra questi c’è Chat GPT, acronimo di Generative Pretrained Transformer: uno strumento di elaborazione del linguaggio naturale (o Natural Language Processing) potente e versatile che utilizza algoritmi avanzati di apprendimento automatico per generare risposte simili a quelle umane all’interno di un discorso.

Realizzata da OpenAI (organizzazione no profit per la ricerca sull’intelligenza artificiale) con l’obiettivo di ottimizzare la conversazione e facilitare l’utilizzo da parte degli utenti, questa tecnologia ha il potenziale per migliorare notevolmente il modo in cui interagiamo con le macchine in una vasta gamma di applicazioni, dal servizio clienti alla traduzione linguistica fino alla scrittura creativa.

Si tratta di un modello di linguaggio basato su trasformatori che utilizza il deep learning per produrre testi simili a quelli umani e gestire diverse attività come la risposta a domande e la traduzione automatica.

Per iniziare a usare Chat GPT, è sufficiente collegarsi al sito web ufficiale del servizio e attivare un account. Si può scegliere se impiegare la propria email oppure abbinare un account Google o Microsoft. A registrazione avvenuta, inserire nome, cognome e numero di telefono e riportare il codice di verifica a sei cifre inviato via SMS. La homepage del servizio mette a disposizione una guida introduttiva ed esempi di impiego, che possono aiutare a conoscere le funzionalità.

Gli utilizzi di ChatGPT possono essere molteplici:

  • Assistenza automatizzata: l’algoritmo di ChatGPT è in grado di generare risposte automatiche in una conversazione con un utente umano e di rispondere in modo proattivo, utilizzando un linguaggio alquanto naturale, cosa che lo rende perfetto per fornire assistenza in modo automatizzato
  • Generazione di testo: può essere impiegato per redigere descrizioni di prodotti, post per social network, articoli di giornale, e-mail, copioni di video e simili
  • Riepilogo automatico: riassume lunghe conversazioni e documenti autonomamente, cosa che può tornare utile a studenti e professionisti che hanno la necessità di ricavare informazioni riassuntive da un testo lungo
  • Traduzione automatica: è in grado di tradurre il testo di “partenza” in molteplici lingue in modo del tutto automatico
  • Generazione di codice: è in grado di generare script e righe di codice in diversi linguaggi di programmazione

Da tenere in considerazione, che oltre ai grandi vantaggi sopraelencati, ci sono evidenti limiti in particolare:

  • Difficoltà nel comprendere il contesto o le sfumature del linguaggio
  • Non considera gli eventi in corso, non conosce alcun contenuto creato dopo il 2021
  • Richiede istruzioni dettagliate per produrre un contenuto di qualità

Rispetto ad altri modelli che si basano su regole o modelli predefiniti per generare testo, Chat GPT utilizza un approccio più flessibile e aperto che gli consente di fornire risposte nuove e inaspettate all’input dell’utente.