Per il settore della moda il focus è e sarà sempre più indirizzato sul percorso di sviluppo sostenibile verso le nuove logiche ESG e verso una supply chain sempre più trasparente e tracciabile. In questo contesto sono l’innovazione tecnologica e la digitalizzazione a giocare un ruolo fondamentale nel monitoraggio e nel controllo degli attori della filiera produttiva. “Sostenibile” è una qualsivoglia azione che, compiutasi nel presente, non preclude in alcun modo lo svolgimento della medesima nel futuro. Secondo un rapporto delle Nazioni Unite, l’industria della moda produce dall’8% al 10% di tutte le emissioni globali di CO2, ovvero tra i 4 e 5 miliardi di tonnellate di anidride carbonica immesse nell’ atmosfera ogni anno. Si stima che ogni anno ben l’85% dei tessili prodotti finisca in discarica.
Prerequisito essenziale: la tracciabilità, cioè la possibilità di sapere come, dove e quanto si inquina. In particolare l’Unione Europea vuole introdurre strumenti obbligatori o volontari che hanno l’obiettivo di standardizzare la misurazione della sostenibilità di imprese e prodotti. Strumenti che cercano sempre più di aumentare il livello di trasparenza dei brand e di responsabilizzarli.
Analizziamo i principali metodi per il tracciamento della sostenibilità nel settore della moda:
L’Higg Index è un tool di strumenti di misurazione per i settori tessile, dell’abbigliamento e delle calzature sviluppato da Sustainable Apparel Coalition, per misurare gli impatti sociali e ambientali. Si suddivide in tre categorie:
Higg Product Tools, che valuta quali strumenti sono utilizzati durante la progettazione di un prodotto per stimarne l’impatto una volta realizzato;
Higg Facility Tools, con i quali le aziende misurano le prestazioni sociali e ambientali delle loro strutture per migliorare gli impatti generati durante la produzione;
Higg Brand & Retail Module(Higg BRM), utilizzati dai brand per misurare gli impatti ambientali e sociali delle loro operazioni e apportare i necessari miglioramenti;
Il Passaporto digitale dei prodotti (DPP), la cui piena operatività è prevista a partire dal 2024. Il Passaporto Digitale dei Prodotti (Digital Product Passport) fornirà informazioni sulla sostenibilità ambientale degli articoli in commercio. Ogni capo di abbigliamento avrà un suo passaporto digitale che racconta a chi lo consulta da dove viene, che strada ha fatto per arrivare dov’è, chi lo ha costruito e disegnato, quali componenti lo compongono, dove e da chi sono stati prodotti. Inoltre faciliterà le riparazioni e il riciclo incentivando la trasparenza in relazione al loro impatto ambientale;
La tecnologia RFID(Radio Frequency IDentification) è un sistema di comunicazione wireless. Il fine è quello di ottenere dati che, una volta elaborati da sistemi di gestione, sono in grado di restituire informazioni e analisi in merito alla tracciabilità, alle scorte in magazzino e alla pianificazione aziendale. Si compone di quattro elementi fondamentali: Tag, Antenna, Lettori, Sistema di Gestione;
La Blockchain s’intende un database condiviso che permette di immagazzinare dati e registrare transazioni in modo verificabile e permanente creando un contesto di fiducia anche fra attori sconosciuti. Ha le seguenti caratteristiche principali: immutabilità, struttura decentralizzata e consenso. Il consumatore finale tramite la scannerizzazione del QR Code apposto sull’etichetta di un articolo potrà immergersi nella storia del prodotto.
Tuttavia, queste nuove sfide richiederanno in ultima analisi la partecipazione di tutti gli agenti coinvolti nella catena del valore del prodotto. L’introduzione delle nuove tecnologie per il tracciamento digitale nella filiera della moda rappresenta un mix di sfide ed opportunità, con cui ogni brand deve interfacciarsi per direzionarle a proprio favore, con uno sguardo agli impatti in termini di avanzamento sostenibile. L’innovazione nel settore fashion non è fatta solo di ologrammi e sfilate 3D.
Giovedì 1 giugno 2023 dalle ore 18:00 si svolgerà a Villa Draghi di Montegrotto Terme (Pd) la prima serata degli “Incontri della Fabbrica del Mondo” intitolata Il cantiere della transizione ecologica.
MAS Management Network è infatti orgogliosa di supportare l’iniziativa che vede impegnarsi in prima persona e per il secondo anno consecutivo l’attore Marco Paolini e il divulgatore scientifico Telmo Pievani in un dialogo aperto con numerosi ospiti, sul tema dell’ambiente ed in particolare dell’acqua e delle risorse idriche.
“Incontri di Fabbrica del Mondo” è una manifestazione itinerante di carattere nazionale diretta da Michela Signori e ideata con Jolefilm, in cui artisti e scienziati, giornalisti e filosofi, intellettuali e scrittori, economisti e imprenditori si danno appuntamento per parlare, condividere con il pubblico le loro visioni, organizzare pensieri sui temi dell’ambiente, del presente e del futuro, ponendo le basi per una narrazione collettiva e offrendo spunti e punti di vista originali.
Le serate si svolgeranno:
a Montegrotto Terme (Pd) nei giorni 1, 2 e 3 giugno 2023
MAS Management Network è a fianco di Jolefilm sia per fornire supporto organizzativo, sia per l’importanza dei temi ambientali e di sostenibilità; nell’edizione 2023 si parlerà dell’acqua e delle risorse idriche, che rappresentano l’oggetto dell’impegno di tante aziende relativamente alle iniziative a favore della sostenibilità ambientale, specialmente nel mondo del fashion dove la produzione, in particolare delle materie prime, fa un ingente uso di acqua. L’innovazione tecnologica passa anche attraverso opportunità come questa.
Un Workshop di dieci giornate, con il supporto di Federmoda, ha affrontato il tema dei “negozi tradizionali” e del loro posizionamento all’interno dei nuovi canali digitali. Si è trattato inoltre di raccogliere informazioni nei distretti della moda del territorio, interrogando imprenditori, commercianti e clienti, al fine di analizzarne le attitudini, i desideri e le prospettive rivolte alle nuove tecnologie digitali applicate al lavoro, alla compravendita ed ai servizi connessi per quanto riguarda i prodotti del fashion.
Dal lavoro degli studenti dello Iusve è emerso, per esempio, che il 67% degli imprenditori del settore abbigliamento è interessato a corsi di aggiornamento e più della metà vorrebbe fossero incentrati proprio su tecnologia e nuovi media. I commercianti vedono i social network come un’opportunità e l’83% di essi ritiene che, con la giusta formazione, potrebbe raggiungere più clienti attraverso questi canali. Dell’intero campione di intervistati, ben l’84% non ha mai in precedenza organizzato eventi nei propri punti vendita. Un quadro che ha delineato debolezze e necessità di una Digital Strategy, ma anche nuove risorse, opportunità e grande desiderio di aggiornamento.
La commissione d’esame del Workshop era composta da Riccardo Capitanio, vice presidente nazionale di Federmoda e di Federmoda Veneto, assieme a Michele Trolese, esperto in comunicazione digitale per Iwg Italia, e Tommaso Zanin, co-fondatore di Viamadeinitaly.
I giovani partecipanti hanno potuto così confrontarsi da un lato con le realtà imprenditoriali del territorio, e dall’altro con le istanze organizzative e strategiche a più alto livello, che la Federazione Moda Italia cerca di coordinare in un’ottica di sistema che coinvolge addetti ai lavori, consulenti, tecnici e, come in questo caso, anche studenti. I ragazzi hanno infatti portato nuove idee e punti di vista che saranno di certo un ottimo stimolo per continuare a generare sempre più servizi rivolti ai fashion retailer, a migliorare l’efficacia delle campagne sui nuovi media, nonché a consolidare la dimestichezza con gli strumenti digitali in senso lato.
Metaverso è un termine coniato da Neal Stephenson in Snow Crash (1992), libro di fantascienza cyberpunk, descritto come una sorta di realtà virtuale condivisa tramite internet, dove si viene rappresentati in tre dimensioni attraverso il proprio avatar. Nel romanzo, il protagonista desidera fuggire dall’opprimente ambiente circostante creando una realtà virtuale tramite il computer.
Il metaverso è il concetto di un universo 3D pre-esistente online, che combina vari spazi virtuali differenti. Può essere visto come una futura evoluzione di Internet, dove l’ambiente 3D permetterà agli utenti di lavorare, incontrarsi, giocare e socializzare insieme. Il metaverso unirà tutti gli aspetti della vita quotidiana in un unico luogo. Considerando che molte persone lavorano già da casa, nel metaverso si potrà entrare in un ufficio 3D e interagire con gli avatar dei propri colleghi. Anche il lavoro potrebbe essere legato al metaverso e fornire un reddito direttamente utilizzabile al suo interno.
Le Piattaforme più famose per entrare nel Metaverso sono:
Sandbox: è un metaverso virtuale diventato popolare da quando ha annunciato la sua partnership con Meta. I suoi avatar hanno uno stile visivo a blocchi come Minecraft e possono costruire, possedere e monetizzare utilizzando NFT e SAND. Non è ancora disponibile ma in attesa si può visitare il sito e interagire con la community;
Stageverse: è una nuova piattaforma virtuale per esperienze immersive e consente agli utenti di assistere a concerti attraverso filmati 3D a 360° ed effetti speciali;
Decentralnd: è un mondo della realtà virtuale del Metaverso creato da Ethereum. In questo universo virtuale gli utenti una volta iscritti possono creare edifici virtuali, case, parchi e far pagare agli altri la visita.
I Brand utilizzano il metaverso per diverse attività e sono le seguenti:
Il 25% ha l’obiettivo di selling virtuale (NFT, prodotti);
Il 33% utilizza il Metaverso per promuovere il proprio brand ed allargare la customer base;
Il 37% lancia nuovi prodotti tramite il canale Metaverso, la maggior parte tramite campagne e spot;
Il 5% promuove articoli già in commercio;
Il 21% ha sviluppato soluzioni proprie, senza fare leva su piattaforme esistenti.
Brand di lusso come Gucci, Dolce & Gabbana, LV ed Etro in pieno effetto FOMO (“fear of missing out”), non hanno preso l’occasione di aprire i loro flagship store nei Metaverse Fashion District creando per gli utenti delle vere e proprie esperienze immersive. Ne è un esempio la Metaverse Fashion Week, cha ha avuto luogo lo scorso marzo a Decentraland e che ha rappresentato la prima e più grande fashion week interamente digitale del mondo con quattro giorni di sfilate e oltre 60 brand, designer e artisti dai nomi noti.
Il metaverso non esiste ancora del tutto, ma alcune piattaforme contengono alcuni elementi che si avvicinano molto a questo concetto. I videogiochi offrono attualmente l’esperienza di metaverso più vicina a questa idea. Gli sviluppatori hanno superato i loro limiti rispetto a cosa può essere considerato un gioco, organizzando eventi in-game e creando economie virtuali al loro interno.
Al momento non si sa se in futuro si riuscirà a costruire un unico metaverso. Nel frattempo però si possono già testare dei progetti in questo nuovo stile e continuare ad integrare sempre di più la blockchain nella vita quotidiana di tutti noi.
Il Business Process Management (BPM) è una combinazione di strumenti e soluzioni che aiuta le organizzazioni a raggiungere un livello ottimale di automazione, gestione e ottimizzazione dei processi. Lo scopo delle metodologie BPM è promuovere il miglioramento continuo, la scalabilità e l’efficienza operativa utilizzando un approccio olistico, analizzando e migliorando i processi aziendali.
La gestione dei processi aziendali è quindi una disciplina organizzativa mediante la quale si analizza lo stato delle cose e si identificano le aree di miglioramento per creare un’organizzazione più efficiente ed efficace tramite la definizione, la progettazione, l’esecuzione, il monitoraggio e l’ottimizzazione dei processi aziendali. Semplificando i processi ed eliminando gli sprechi è posibile ridurre i costi e migliorare la qualità dei propri prodotti e servizi.
Inoltre, la gestione dei processi aziendali aiuta le organizzazioni a essere più reattive alle mutevoli esigenze dei clienti e del mercato e ad adattarsi rapidamente alle nuove tecnologie e ai nuovi modelli di business. Questo avviene implementando una strategia BPM. Le fasi del ciclo di vita di una strategia BPM sono:
PROGETTAZIONE: La maggior parte dei processi include un modulo per raccogliere i dati e un flusso di lavoro per elaborarli. Viene creato uno schema che identifica chi sarà il proprietario di ogni attività in ogni flusso di lavoro.
DISEGNO DI UN MODELLO: Si rappresentano i processi con un layout visivo, includendo dettagli come tempi, scadenze e condizioni per dare un’idea chiara della sequenza degli eventi e del flusso dei dati durante ogni processo.
ESECUZIONE DEI PROCESSI: Si eseguono i processi, testandoli prima dal vivo con un piccolo gruppo e poi attivandoli per tutti gli utenti. E’ importante assicurarsi di limitare l’accesso alle informazioni sensibili.
MONITORAGGIO: Si osserva ogni processo del flusso di lavoro in azione. Si identificano le metriche per valutare i progressi, misurare l’efficienza e individuare eventuali colli di bottiglia, anche mediante la registrazione di dati e l’utilizzo di tecniche di business intelligence.
OTTIMIZZAZIONE: Durante le analisi di monitoraggio vengono annotate eventuali modifiche che devono essere apportate ai moduli, ai processi o al flusso di lavoro per renderli più efficienti. Anch’esse vanno implementate e monitorate.
Le più diffuse best practices per la gestione dei processi all’interno di una strategia BPM comprendono la definizione di scopi e obiettivi chiari (relativamente ai risultati che si vogliono ottenere), il coinvolgimento di tutte le parti interessate, la documentazione di tutte le analisi di processo (anche per tenere traccia dei progressi nel tempo), il monitoraggio sistematico delle prestazioni, l’utilizzo di nuove tecnologie (in particolare digitali) e infine la promozione di una cultura del miglioramento continuo all’interno della realtà aziendale.
Con tutte queste componenti ben organizzate, le aziende possono raggiungere elevati livelli di efficienza aumentando la propria competitività, soprattutto considerando che oggi gli strumenti tecnologici per gestire una strategia BPM sono alla portata di tutti.
Il marketing strategico è il processo attraverso il quale un’impresa determina la strategia competitiva più adatta per conseguire i propri obiettivi di medio-lungo termine. Poiché in generale le attività di marketing aiutano ad attirare le persone verso la propria attività, è essenziale non solo sapere come attirarle, ma ancor prima sapere chi sono e come poter comunicare con loro: il modo in cui si possono ottenere queste informazioni è il cuore del marketing strategico. Inoltre, il marketing strategico è ciò che viene svolto dalle aziende che hanno una strategia di marketing chiara e documentata, che guida tutta l’attività. È per sua natura misurato sul lungo periodo ed è il fondamento su cui vengono prese tutte le decisioni di marketing, al fine di creare un vantaggio competitivo sostenibile che consenta una futura crescita redditizia per l’azienda.
Una strategia di marketing può essere considerata come una guida definitiva ad alto livello che determina la direzione in cui sta andando l’azienda. Ciò influirà quindi sul piano di marketing, che è il progetto più dettagliato di come verrà attuata la strategia. Sotto il piano di marketing vi saranno attività tattiche specifiche ed azioni pratiche. Trascurare il livello strategico significa compiere azioni standard che somigliano più ad una sorta di lista di controllo: scegliere il logo, avere un sito web aggiornato e una presenza sui social media, indire una campagna pubblicitaria, ecc. Tuttavia si tratta di scelte che possono rivelarsi poco efficaci se non c’è una solida motivazione per ciò che si sta facendo. Il processo di marketing strategico, invece, prevede la conduzione di ricerche e la definizione di scopi e obiettivi che massimizzeranno l’efficacia e il successo della strategia di marketing complessiva.
L’implementazione di un piano strategico può essere sviluppata per fasi:
Fase di pianificazione: è il passaggio più critico e serve ad identificare lo scopo dell’attività, le esigenze e gli obiettivi che si desidera raggiungere.
Fase di analisi: la fase di analisi comporta uno sguardo esteriore su come la tua azienda si confronta con i concorrenti nel suo settore. Andranno condotte ricerche di mercato e analisi della concorrenza, cercando di ottenere una comprensione completa di chi sono i clienti, dei loro bisogni, desideri, interessi e di dove si possono trovare all’interno del mercato.
Fase di sviluppo: si tratta di stabilire le tattiche di marketing che sono informate dal processo di marketing strategico, ovvero il modo in cui verranno raggiunti gli obiettivi della fase 1 riguardanti le informazioni scoperte durante la fase 2. Ciò viene deciso prevedendo la definizione del “marketing mix“, che è composto da prodotto (cosa viene venduto), prezzo, luogo (dove viene venduto) e promozione (canali e modalità pubblicitarie).
Fase di attuazione: si inizia ad implementare la strategia sviluppata sulla base della pianificazione e ricerca di mercato. Si lancia il prodotto e si comincia a vendere.
Fase di controllo: è importante verificare l’efficacia delle azioni intraprese e rivedere i processi, apportando le modifiche necessarie. Poiché il mercato è in continua evoluzione, potrebbe essere necessario rivedere alcuni aspetti delle fasi precedenti a causa delle nuove tendenze, del cambiamento degli interessi dei consumatori o del mancato successo delle tattiche scelte inizialmente.
Il marketing strategico è importante perché permette di massimizzare il ritorno sull’investimento, di valutare le opportunità in modo efficace mediante una guida che permette scelte razionali, di assicurarsi che tutto il personale si muova nella stessa direzione e infine di gestire tutte le attività promozionali in modo misurato ed efficiente. La strategia di marketing è un elemento cruciale per qualsiasi azienda che stia cercando di crescere in modo redditizio.