Lunedì 6 Novembre 2023, dalle ore 17:00 presso il Politecnico Calzaturiero di Capriccio di Vigonza (PD) si terrà l’evento “Il fashion sostenibile davvero: confronto sulle pratiche digitali di sostenibilità nell’industria della moda”, di cui MAS Management Network è partner da alcuni anni nell’ambito della manifestazione DigitalMeet 2023.
“IL FASHION SOSTENIBILE DAVVERO” – 06 Novembre 2023, dalle ore 17:00
presso il Politecnico Calzaturiero – Capriccio di Vigonza (PD)
Vi sarà un confronto sulle pratiche digitali di “Sostenibilità” nell’industria della moda e dibattito sulle “best practice” aziendali per un approccio pragmatico al cambiamento.
PROGRAMMA:
ore 17.00: “Open Advisory Desk”sui temi della Sostenibilità e visita ai laboratori del Politecnico:specialisti e tecnici del settore saranno a disposizione in vari banchetti informativi per fornire gratuitamente informazioni sulle tematiche innovative della Sostenibilità e consulenza focalizzata sulle migliori prassi di gestione del cambiamento, con un approccio pragmatico rivolto alle attività tipiche delle aziende del territorio.
AZIENDE PARTNER:
POLITECNICO CALZATURIERO: offre percorsi formativi per specializzare gli operatori del mondo del Fashion e partecipa a diversi programmi di Innovazione in collaborazione con partner internazionali;
CONFINDUSTRIA VENETO EST: mette a disposizione delle imprese un punto informativo e di consulenza sugli aspetti normativi a tutela delle iniziative di Sostenibilità nel mondo del Fashion;
CNR, CONSIGLIO NAZIONALE DELLE RICERCHE: svolge attività di studio e di analisi sulle metodologie di valutazione degli impatti in termini di Sostenibilità;
NICE FOOTWEAR S.P.A.: azienda specializzata nello sviluppo, nella produzione e distribuzione di calzature sportive e outdoor;
ELISION, THE IOT COMPANY BY TESISQUARE: centro di competenza Tesisquare, è specializzata in servizi e soluzioni per dare identità digitale e tracciabilità al prodotto connettendo il brand e il consumatore sfruttando le tecnologie IoT.
MAS MANAGEMENT NETWORK: società di consulenza organizzativo/gestionale specializzata nel mondo del Fashion e nella gestione dei processi di miglioramento continuo e della Sostenibilità
ore 18.00: “Tavola Rotonda”con gli specialisti del settore, imprenditori e professionisti dell’innovazione:sessione di dibattito aperto interattivo “open conference”, con domande dal pubblico rivolte agli specialisti, che si mettono a disposizione per condividere il loro know-how in ambito digital, con un approccio pratico pensato per le imprese che devono fare davvero innovazione sul campo. L’evento sarà anche trasmesso in videoconferenza su piattaforma di streaming, ed inoltre verrà utilizzata la app Slido per raccogliere le domande, sia in presenza che da remoto, in tempo reale.
Lunedì 9 ottobre 2023, a sessant’anni di distanza dalla tragedia del crollo della diga del Vajont, si svolgerà la rassegna teatrale “VajontS 23“, contemporaneamente in più di 100 teatri in tutta Italia, per ricordare l’evento ed attualizzare i temi dello sfruttamento del suolo, della Sostenibilità ambientale ed in particolare delle risorse idriche, nonché per delineare prospettive future per il nostro paese. Si tratta di una “azione corale di teatro civile”: un progetto di Marco Paolini per La Fabbrica del Mondo, realizzato da Jolefilm in collaborazione con Fondazione Vajont.
MAS Management Network, sempre attenta ai temi riguardanti la Sostenibilità, è orgogliosa di collaborare con gli organizzatori e di supportarli nella realizzazione dell’intera rassegna.
“Trent’anni fa il racconto del Vajont era la voce di Marco Paolini, nel 60esimo anniversario della caduta della frana del Vajont che costò la vita a 2000 persone diventerà un racconto corale che coinvolgerà in contemporanea oltre 100 teatri in Italia e in Europa, un racconto che con un nuovo punto di vista non è più solo memoria e denuncia sociale, ma diventa un grido di dolore per il nostro rapporto predatorio con la natura.
Marco Paolini, la voce di un uomo solo con la diga del Vajont alle spalle che raccontava la tragedia che costò la vita a 2.000 persone parlando di responsabilità e non di «natura maligna», fece con Il racconto del Vajont la storia della TV e del teatro. Quella voce, il 9 ottobre del 2023, diventerà un enorme coro di 350 messe in scena di VajontS 23 in Italia e nel mondo: 130 teatri, da grandi istituzioni come i Teatri Nazionali a piccoli teatri di provincia, e poi gruppi di amici che lo leggeranno in casa, parrocchie, gruppi di lettura, insegnanti che lo faranno leggere a staffetta ai loro studenti, colleghi di lavoro, gruppi di teatro amatoriale e comitati di quartiere. VajontS 23 riscritto da Marco Paolini con la collaborazione di Marco Martinelli diventa «un’azione corale di teatro civile», il più grande evento di teatro diffuso mai realizzato in Italia per parlare questa volta non di memoria e di responsabilità, ma di futuro.
A novembre 22 questa era la visione: un evento corale, in tutta Italia, nel quale si raccontasse in simultanea la storia del Vajont in 100 teatri contemporaneamente. Ci Appariva come un obbiettivo affascinante e difficile, significativo e importante, ambizioso e affrontato con pochi mezzi e da un manipolo di persone che ne dovevano convincere molte altre per realizzarlo.
Oggi, questa è la realtà: un evento corale, in più di 135 teatri in tutta Italia e all’estero, che partendo dal racconto del Vajont racconterà anche storie diverse, raccolte in territori che fanno parte di questo paese, che hanno lasciato ferite e cambiato la vita di valli, quartieri, costoni, golfi, rive e paesi… per dare sentimento al coraggio di affrontare la sfida delle conseguenze del riscaldamento climatico. Un accumulo di storie che, se raccontate bene, in modo etico, possono aiutarci a immaginare l’ignoto per affrontarlo. La storia del Vajont ci serve perché insegna cos’è la sottovalutazione di un rischio affrontato confidando sul calcolo dell’ipotesi meno pericolosa tra tante. Tra tante scartate perché inconcepibili, non perché impossibili. Non essere capaci di concepire nasce dal non saper vedere un disegno, dal non riuscire a immaginare. Noi, raccontando con il Teatro, costruiremo il disegno, l’immaginario e il sentimento che deve essere comune, deve diventare il senso comune, la base della vita sociale di un paese fragile e prezioso come il nostro.”
Per il settore della moda il focus è e sarà sempre più indirizzato sul percorso di sviluppo sostenibile verso le nuove logiche ESG e verso una supply chain sempre più trasparente e tracciabile. In questo contesto sono l’innovazione tecnologica e la digitalizzazione a giocare un ruolo fondamentale nel monitoraggio e nel controllo degli attori della filiera produttiva. “Sostenibile” è una qualsivoglia azione che, compiutasi nel presente, non preclude in alcun modo lo svolgimento della medesima nel futuro. Secondo un rapporto delle Nazioni Unite, l’industria della moda produce dall’8% al 10% di tutte le emissioni globali di CO2, ovvero tra i 4 e 5 miliardi di tonnellate di anidride carbonica immesse nell’ atmosfera ogni anno. Si stima che ogni anno ben l’85% dei tessili prodotti finisca in discarica.
Prerequisito essenziale: la tracciabilità, cioè la possibilità di sapere come, dove e quanto si inquina. In particolare l’Unione Europea vuole introdurre strumenti obbligatori o volontari che hanno l’obiettivo di standardizzare la misurazione della sostenibilità di imprese e prodotti. Strumenti che cercano sempre più di aumentare il livello di trasparenza dei brand e di responsabilizzarli.
Analizziamo i principali metodi per il tracciamento della sostenibilità nel settore della moda:
L’Higg Index è un tool di strumenti di misurazione per i settori tessile, dell’abbigliamento e delle calzature sviluppato da Sustainable Apparel Coalition, per misurare gli impatti sociali e ambientali. Si suddivide in tre categorie:
Higg Product Tools, che valuta quali strumenti sono utilizzati durante la progettazione di un prodotto per stimarne l’impatto una volta realizzato;
Higg Facility Tools, con i quali le aziende misurano le prestazioni sociali e ambientali delle loro strutture per migliorare gli impatti generati durante la produzione;
Higg Brand & Retail Module(Higg BRM), utilizzati dai brand per misurare gli impatti ambientali e sociali delle loro operazioni e apportare i necessari miglioramenti;
Il Passaporto digitale dei prodotti (DPP), la cui piena operatività è prevista a partire dal 2024. Il Passaporto Digitale dei Prodotti (Digital Product Passport) fornirà informazioni sulla sostenibilità ambientale degli articoli in commercio. Ogni capo di abbigliamento avrà un suo passaporto digitale che racconta a chi lo consulta da dove viene, che strada ha fatto per arrivare dov’è, chi lo ha costruito e disegnato, quali componenti lo compongono, dove e da chi sono stati prodotti. Inoltre faciliterà le riparazioni e il riciclo incentivando la trasparenza in relazione al loro impatto ambientale;
La tecnologia RFID(Radio Frequency IDentification) è un sistema di comunicazione wireless. Il fine è quello di ottenere dati che, una volta elaborati da sistemi di gestione, sono in grado di restituire informazioni e analisi in merito alla tracciabilità, alle scorte in magazzino e alla pianificazione aziendale. Si compone di quattro elementi fondamentali: Tag, Antenna, Lettori, Sistema di Gestione;
La Blockchain s’intende un database condiviso che permette di immagazzinare dati e registrare transazioni in modo verificabile e permanente creando un contesto di fiducia anche fra attori sconosciuti. Ha le seguenti caratteristiche principali: immutabilità, struttura decentralizzata e consenso. Il consumatore finale tramite la scannerizzazione del QR Code apposto sull’etichetta di un articolo potrà immergersi nella storia del prodotto.
Tuttavia, queste nuove sfide richiederanno in ultima analisi la partecipazione di tutti gli agenti coinvolti nella catena del valore del prodotto. L’introduzione delle nuove tecnologie per il tracciamento digitale nella filiera della moda rappresenta un mix di sfide ed opportunità, con cui ogni brand deve interfacciarsi per direzionarle a proprio favore, con uno sguardo agli impatti in termini di avanzamento sostenibile. L’innovazione nel settore fashion non è fatta solo di ologrammi e sfilate 3D.
Giovedì 1 giugno 2023 dalle ore 18:00 si svolgerà a Villa Draghi di Montegrotto Terme (Pd) la prima serata degli “Incontri della Fabbrica del Mondo” intitolata Il cantiere della transizione ecologica.
MAS Management Network è infatti orgogliosa di supportare l’iniziativa che vede impegnarsi in prima persona e per il secondo anno consecutivo l’attore Marco Paolini e il divulgatore scientifico Telmo Pievani in un dialogo aperto con numerosi ospiti, sul tema dell’ambiente ed in particolare dell’acqua e delle risorse idriche.
“Incontri di Fabbrica del Mondo” è una manifestazione itinerante di carattere nazionale diretta da Michela Signori e ideata con Jolefilm, in cui artisti e scienziati, giornalisti e filosofi, intellettuali e scrittori, economisti e imprenditori si danno appuntamento per parlare, condividere con il pubblico le loro visioni, organizzare pensieri sui temi dell’ambiente, del presente e del futuro, ponendo le basi per una narrazione collettiva e offrendo spunti e punti di vista originali.
Le serate si svolgeranno:
a Montegrotto Terme (Pd) nei giorni 1, 2 e 3 giugno 2023
MAS Management Network è a fianco di Jolefilm sia per fornire supporto organizzativo, sia per l’importanza dei temi ambientali e di sostenibilità; nell’edizione 2023 si parlerà dell’acqua e delle risorse idriche, che rappresentano l’oggetto dell’impegno di tante aziende relativamente alle iniziative a favore della sostenibilità ambientale, specialmente nel mondo del fashion dove la produzione, in particolare delle materie prime, fa un ingente uso di acqua. L’innovazione tecnologica passa anche attraverso opportunità come questa.
Sono in corso di perfezionamento le iniziative proposte dalle istituzioni europee nell’ambito del grande piano per la Sostenibilità ambientale denominato Green Deal. Si prevede che alcune di queste iniziative, oltre che incentivare in generale l’innovazione aziendale in termini di miglioramento delle condizioni ambientali (tramite efficientamento energetico, riduzione delle emissioni, aumento della quota di rinnovabili, riciclo e ri-utilizzo, trasparenza e tracciabilità ecc.), diventeranno presto norme di legge in Europa. Come annunciato nel piano d’azione per l’economia circolare, infatti, la Commissione propone “nuove norme per rendere quasi tutti i beni fisici presenti sul mercato dell’UE più rispettosi dell’ambiente, circolari ed efficienti sotto il profilo energetico lungo l’intero ciclo di vita dalla fase di progettazione fino all’uso quotidiano, al cambio di destinazione e alla gestione del fine vita”. Entro il 2030 il nuovo quadro potrà assicurare, tra l’altro, un risparmio di circa 150 miliardi di metri cubi di gas naturale.
Per il settore Moda, in generale, emerge il duplice obiettivo di rendere i prodotti tessili più durevoli, riparabili, riutilizzabili e riciclabili, affrontando il problema del “fast fashion” e della distruzione dei tessili invenduti, oltre che per garantire che la produzione avvenga nel pieno rispetto dei diritti dei lavoratori; inoltre, di responsabilizzare i consumatori nella transizione verde, garantendo loro una migliore informazione sulla sostenibilità ambientale dei prodotti e una migliore protezione dal marketing ingannevole. Il consumo di prodotti tessili nel vecchio continente si trova “al quarto posto per maggiore impatto sull’ambiente e sui cambiamenti climatici dopo l’alimentazione, gli alloggi e la mobilità; si tratta inoltre del terzo settore in ordine di consumi per quanto riguarda l’uso di acqua e suolo e del quinto per l’uso di materie prime primarie”.
Per quanto concerne il mercato del Fashion in particolare, infatti, due sono le novità più rilevanti, che verranno presumibilmente attuate nel corso del 2023: il Digital Product Passport e l’Anti-Greenwashing Plan. Le proposte si basano sul successo delle attuali norme dell’UE in materia di progettazione ecocompatibile, che hanno comportato notevoli riduzioni del consumo energetico e risparmi significativi per i consumatori.
DIGITAL PRODUCT PASSPORT: Si tratta del passaporto digitale di ogni singolo prodotto, contenente una serie di informazioni (provenienza, luoghi delle lavorazioni, materiali, smaltimento, ecc.) relative al suo grado di sostenibilità ambientale e volto ad aiutare i consumatori e le imprese a compiere scelte consapevoli al momento dell’acquisto, per facilitare le riparazioni, il riciclo e incentivare la trasparenza. Ogni prodotto verrà quindi accompagnato nel suo intero viaggio commerciale da un’etichetta con dati leggibili digitalmente, che renderà trasparente “il grado di ecosostenibilità del capo, la tipologia dei materiali, i processi con cui è stato realizzato, la sua riciclabilità, il trasporto e, ancora, le iniziative green utili a compensare l’impatto ambientale”. Il passaporto digitale potrà fare uso delle ultime tecnologie informatiche come ad esempio Blockchain, NFT e geolocalizzazione, implementando così meccanismi automatici di tracciabilità lungo la catena di approvvigionamento a garanzia di autenticità e veridicità. La proposta prevede anche “misure volte ad arrestare la distruzione dei beni di consumo invenduti, accrescere il potenziale degli appalti pubblici verdi e incentivare i prodotti sostenibili”. Il parere delle istituzioni è che i produttori debbano assumersi la responsabilità dei propri prodotti lungo la catena del valore, anche una volta divenuti rifiuti. Ciò migliorerà anche la trasparenza verso il consumatore.
ANTI-GREENWASHING PLAN: Saranno messe in atto iniziative stringenti per quanto riguarda il greenwashing, ovvero la tecnica di comunicazione/marketing che tenta di capitalizzare la crescente domanda di prodotti e comportamenti a basso impatto ambientale, accendendo i riflettori su azioni che in realtà non sono autentiche, ma promosse al solo scopo di mostrarsi virtuosi dal punto di vista della Sostenibilità. Ciò si tradurrà ben presto nell’obbligo, da parte dei brand, di sostanziare e supportare le proprie affermazioni con dati certi, scientifici, certificati da organi autorevoli e riconosciuti, veicolando informazioni precise, non generiche e verificabili. Gli esempi di ricorso alla tecnica del greenwashing nel recente passato sono innumerevoli, e hanno coinvolto marchi del calibro di H&M, Coca Cola, Eni e Ikea, solo per citare i più famosi. Nel settore Moda, già da tempo sono attive certificazioni specifiche, come il Global Recycle Standard per le materie prime proveniente da riciclo, oppure il Global Organic Textile Standard che verte sulle modalità di produzione di fibre naturali biologiche.
Come si evince, le sfide e le innovazioni cui le aziende dovranno far fronte nel prossimo futuro non sono da poco, e si allineano con l’attuale delicata situazione in termini energetici e ambientali in Europa. Sta ora a loro trasformare il cambiamento in opportunità di business.