by Redazione | 30 March 2015 | Blog, Eventi
Si è svolto lo scorso 25 marzo a Dossobuono di Villafranca (VR) il convegno “L’impresa Sostenibile – Il valore della sostenibilità per il Made In Italy”, organizzato da Sistema Moda Italia e ANTIA (Associazione italiana tecnici pofessionisti del sistema moda) allo scopo di “affrontare l’argomento della sostenibilità, dandone una prospettiva di responsabilità sociale, ambientale ed economica, con testimonianze concrete di come sia possibile uno sviluppo produttivo compatibile con il territorio e l’ambiente circostante”.
Il tema rimane di grande attualità: la sostenibilità sociale e ambientale è ormai un asset indispensabile per le imprese del tessile-abbigliamento. Non si tratta semplicemente di una scelta etica, ma di un argomento di investimento “business oriented” rivolto ad un ampio target di consumatori sempre più informati ed attenti, orientati a scegliere prodotti del settore moda realizzati e distribuiti secondo modalità compatibili con uno sviluppo sostenibile.
Come MAS siamo sempre attenti a questo tipo di eventi, lavorando fianco a fianco con tante imprese interessate al tema della sostenibilità, ed insieme seguendo un percorso che possa fare delle scelte etiche aziendali un valore aggiunto. La reputazione di ogni brand è largamente influenzata dal comportamento sostenibile delle imprese collegate, e le informazioni in questo senso acquisiscono sempre più importanza e visibilità nei media.
Al convegno sono intervenuti Piermario Barzaghi (Risk & Compliance, Climate Change and Sustainability Practice di KPMG Advisory Spa) e Francesca Rulli (Sustainability & Project Manager di Process Factory), che hanno analizzato lo scenario presente e futuro nel quale le aziende del settore dovranno muoversi per accedere al mercato ed essere competitive dal punto di vista dello sviluppo sostenibile lungo tutta la filiera produttiva e la catena di distribuzione, adottando “modelli di gestione coerenti, condivisi, affinchè essi possano rappresentare una leva strategica per costruire un business sostenibile adatto a generare valore”.
E’ seguita una tavola rotonda, cui hanno partecipato imprenditori “pionieri” della sostenibilità che ormai da tempo hanno abbracciato una vision d’impresa sostenibile a livello ambientale e sociale: Andrea Crespi (Eurojersey Spa e Consigliere Delegato per la sostenibilità di Sistema Moda Italia), Luca Galvani (Giorgio Armani Operations Spa), Alberto Gregotti (Presidente di Antia) e Alfonso Saibene Canepa (Canepa Spa), moderati da Cinzia Zuccon Morgani del Giornale di Vicenza. Insieme hanno raccontato le loro esperienze passate e delineato lo scenario del prossimo futuro, in cui l’operatività sarà rivolta ai processi innovativi e alla loro misurazione, monitoraggio e analisi; uno scenario in cui le scelte sostenibili d’impresa sono destinate a diventare elementi fondanti del marketing, nonché motivo di coinvolgimento di ogni azienda collegata, di ogni dimensione e posizionamento all’interno della filiera tessile-moda.
In conclusione, per giungere ad una sintesi degli obiettivi dell’incontro, si è sottolineato come l’argomento della sostenibilità non debba considerarsi una mera possibilità, bensì una “condizione per presidiare i mercati in modo autorevole”, particolare quanto mai importante nel settore del fashion, soprattutto di alto livello qualitativo. Si cerca dunque sempre più il coinvolgimento di professionisti, tecnici, imprenditori, nonché di clienti e fornitori all’interno della filiera, tutti chiamati ad un lavoro di necessaria collaborazione per un futuro sostenibile.
by Redazione | 24 February 2015 | Blog

Ha inizio oggi la terza conferenza internazionale di Europeana Fashion “digital Fashion Futures” in collaborazione con il museo della moda Momu di Anversa, in Belgio.
Il progetto Europeana Fashion mette insieme più di 22 partner europei, appartenenti a 12 nazioni. La rete è composta da istituzioni culturali pubbliche ed enti privati, principalmente musei e archivi, che hanno reso pubblico parte del loro patrimonio digitale mediante il portale di europeana fashion (europeanafashion.eu).
La conferenza affronta lo sviluppo futuro per il patrimonio del fashion nell’era digitale. Due i temi affrontati: come i contenuti digitali del fashion possono essere utilizzati dagli operatori del settore e qual è il ruolo degli aspetti digitali nei futuri modelli di business del fashion.
by Redazione | 3 February 2015 | Blog
Lo scenario globale competitivo in cui le aziende oggi si confrontano e si sviluppano è radicalmente cambiato soprattutto nel corso di quest’ultimo decennio. Fino a non molto tempo fa la competizione fra le aziende era quasi esclusivamente basata su aspetti più legati alla qualità del prodotto e al marketing – inteso come servizio al cliente -, mentre la variabile prezzo assumeva un ruolo quasi secondario.
Oggi però lo scenario globale è decisamente mutato e, in un contesto dove prezzi e volumi cominciano a contrarsi, i risultati economici e l’equilibrio finanziario per essere conseguiti e mantenuti, necessitano di opportune azioni mirate precedute da un’attività di controllo della gestione nei suoi vari aspetti. Questo rappresenta per l’azienda un’opportunità di cambiamento negli strumenti di guida e il controllo di gestione tende ad assumere un’importanza strategica non solo per la gestione operativa quotidiana dell’impresa, ma anche per le scelte di natura strategica di lungo periodo.
Nella mia esperienza professionale di consulente in finanza e controllo di gestione, ma anche in quella dei miei colleghi che si occupano di produzione, nuove tecnologie, innovazione di processo, ho spesso riscontrato situazioni in cui di fatto mancano strumenti per gestire la competizione con i concorrenti in chiave strategica (in mercati sempre più globalizzati e turbolenti!), mancano strumenti di controllo di gestione (in molte aziende, ad esempio, il costo di prodotto viene ancora calcolato con metodi oramai obsoleti), e di gestione e organizzazione della produzione. Il nuovo scenario competitivo invece impone alle imprese che voglio crescere di dotarsi di moderni sistemi di controllo di gestione, che permettano al management di prendere delle decisioni sia di lungo che di breve periodo in diversi ambiti della gestione aziendale. È necessario inoltre poter monitorare i risultati delle scelte del management, sia a livello strategico che operativo, potendo cosi avviare azioni correttive ove necessario.
L’instabilità che domina oggi l’arena competitiva sta quindi dando sempre maggiore rilevanza alle attività di pianificazione e controllo. Ma non può esservi planning senza un efficace sistema di reporting. Troppo spesso in azienda si elabora un numero eccessivo di report, in molti casi finalizzati a “tamponare” un fabbisogno informativo contingente senza essere poi aggiornati nel tempo, altri invece sono di natura periodica ma, non venendo gestiti nel modo corretto, non sempre risultano essere utili ed adeguati alle mutevoli esigenze aziendali.
L’implementazione di un sistema di controllo di gestione efficace, presuppone inoltre che ci siano all’interno dell’azienda obiettivi strategici condivisi da tutto il personale, e non solo dall’Alta Direzione. Proprio in quest’ottica, il sistema di controllo di gestione dovrebbe essere interrelato con corretti meccanismi di definizione delle responsabilità e delle competenze, di selezione e valutazione del personale e di un sistema premiale per incentivi.
by Redazione | 15 January 2015 | Articoli, Blog
Le organizzazioni che non implementano approcci strutturati e sistemi di monitoraggio Qualità, spesso presentano le seguenti caratteristiche:
- Orientamento alla quantità prodotta, anziché alla Qualità
- Deresponsabilizzazione delle persone
- Indicazioni poco chiare che spesso non arrivano agli operatori coinvolti nel processo produttivo
- Atteggiamento spesso più orientato alla ricerca del colpevole anziché delle cause
Tale approccio identifica chiaramente un NON orientamento al miglioramento continuo, poiché impedisce l’individuazione delle problematiche, che pertanto rimangono nascoste. La presenza costante delle Non Conformità di prodotto deriva dunque da:
- Scarsa attenzione alle dinamiche di processo
- Gestione che non si basa su dati empirici rilevati (rilevazioni, tempistiche, incidenze percentuali, standard di riferimento…)
- Utilizzo di terminologie e linguaggi differenti o poco efficaci nel trasmettere le informazioni
Procedure di processo NON formalizzate dunque. Il Processo definisce il “che cosa” di una trasformazione – “Cosa ottengo da cosa e con quale obiettivo?”. La Procedura definisce il “come” di una certa attività – “Come realizzo una certa cosa?”; la procedura descrive in modo (più) preciso le regole da seguire per svolgere determinate operazioni le sequenze di attività e di decisioni, gli eventi che innescano una certa attività o decisione. Per definire corrette procedure e standard è essenziale analizzare nel dettaglio i processi. Esistono molteplici strumenti per l’analisi e la mappatura dei processi. In ogni caso il punto di partenza è l’attenta osservazione sul campo e la rilevazione dei dati di performance di processo. Tale approccio è essenziale per poter costruire un percorso strutturato che mira all’implementazione di un sistema Qualità orientato al miglioramento continuo.
by Redazione | 20 November 2014 | Blog, Eventi
Il tema della Sostenibilità sta diventando sempre più centrale per le imprese, e particolarmente per quelle che producono manufatti di alta qualità. Lo scenario produttivo e commerciale infatti, da questo punto di vista, è in veloce evoluzione.
A monitorare la situazione italiana ci pensa l’Osservatorio Sistema Moda, un progetto di ricerca nato proprio con l’obiettivo di “offrire un’opportunità di riflessione sulle sfide che il Sistema Moda del nostro paese deve affrontare, fornendo schemi interpretativi sui cambiamenti in atto e risposte concrete alle esigenze di conoscenza delle imprese”. Il tutto partendo dall’analisi di casi concreti e di confronti con la letteratura internazionale, nell’ottica di offrire un punto di vista tecnico sull’argomento della Sostenibilità. Tale progetto vede la partecipazione congiunta del Politecnico di Milano, dell’Università degli studi di Padova e dell’Università di Firenze (a fondo pagina l’elenco completo dei collaboratori).
I risultati di questi studi sono stati presentati il 12 novembre scorso presso la sala Consiglio del Dipartimento di Ingegneria Gestionale del Politecnico di Milano, durante il convegno intitolato “SHOPPING CONSAPEVOLE NEL SETTORE MODA: Tracciabilità e sostenibilità nella filiera per la creazione del valore”, in una tavola rotonda cui hanno partecipato da un lato i ricercatori dei vari atenei e dall’altro i rappresentanti delle principali realtà imprenditoriali del fashion. Sono stati discussi gli aspetti di maggiore interesse sul tema, tra i quali i driver e le best practice per la sostenibilità, sia sociale che ambientale, i rapporti con i fornitori, la comunicazione e le aspettative del cliente finale.
L’idea della Sostenibilità e della Tracciabilità della filiera del Made in Italy nasce dalla consapevolezza che i processi di produzione implicano una serie di esternalità che possono incidere considerevolmente sulla salute delle persone e dell’ambiente, sulla sicurezza individuale, sullo sfruttamento delle risorse naturali. In tale scenario socio-produttivo, per le imprese di qualità lo Sviluppo Sostenibile diventa automaticamente un valore, nonché una chiave per rilanciarsi: ciò che è attraente per il consumatore è il prodotto finito nel suo senso più ampio, che comprende tutte le modalità con cui è stato progettato, realizzato, confezionato, in quali ambienti, da chi e in quali condizioni… dalle materie prime alle lavorazioni al trasporto, ogni stadio della filiera è importante. Così come è fondamentale saper comunicare una spiccata attitudine aziendale al tema della Sostenibilità.
La Tracciabilità di filiera, dalla materia prima al punto vendita, vede i suoi principali campi di applicazione non solo nell’ambito del marketing, ma anche come mezzo di controllo per l’organizzazione interna oltre che, ovviamente, come strumento contro la contraffazione.
La sensibilità di consumatori ed imprese per questi temi, parallelamente, è da tempo in costante ascesa, sebbene con qualche ritardo del settore Moda nel suo complesso. La divulgazione di informazioni tecniche su come agire per promuovere lo sviluppo sostenibile ha dunque lo scopo di contribuire ad un’accelerata nell’applicazione di princìpi che si impongono sempre con maggior forza, in un’ottica imprenditoriale che, di pari passo con quella del consumatore responsabile, coinvolga l’intero sistema socio-economico-ambientale.
Il Sistema Italia ha fatto numerosi passi avanti, ma il cammino è ancora molto lungo.
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Collaborano all’Osservatorio Sistema Moda Italia:
Alessandro Brun, Federico Caniato, Maria Caridi, Andrea Sianesi, Gianluca Spina – Dip. di Ingegneria Gestionale, Politecnico di Milano;
Alessandro Da Giau, Pamela Danese, Andrea Lion, Laura Macchion, Andrea Vinelli – Dip. di Tecnica e Gestione dei Sistemi Industriali, Università degli studi di Padova;
Romano Cappellari – Dip. di Scienze Economiche e Aziendali, Università degli studi di Padova;
Romeo Bandinelli, Rinaldo Rinaldi – Dip. di Ingegneria Industriale, Università di Firenze.