Cos’è il Phygital Marketing

Cos’è il Phygital Marketing

In un periodo di grande cambiamento ed evoluzione veloce dei trend nel campo del marketing digitale, la strategia del phygital marketing  è particolarmente efficace per brand e aziende che vogliono ampliare il proprio pubblico di potenziali clienti e migliorare il ritorno di investimento in un breve periodo di tempo.

Con phygital marketing si intende l’unione delle due parole “physical”, fisico, e “digital”, digitale, ovvero una strategia che unisce il mondo reale a quello virtuale e contribuisce a creare una sorta di ponte, di collegamento, tra l’offline e l’online.

Il phygital marketing si rivela particolarmente performante per brand e aziende che vogliono potenziare le proprie strategie di crescita poiché risponde a delle esigenze del mercato. Nel settore sopracitato i tre elementi essenziali sono definiti come le tre “i” del phygital  e sono:

  • Immediatezza: ha a che fare con la possibilità di avere “tutto e subito”, a portata di click;
  • Immersione: si riferisce al fatto che l’utilizzo di dispositivi digitali attiva uno stato di forte concentrazione e immersione nell’attività;
  • Interazione: si riferisce alla facoltà di esplorare l’ambiente circostante attraverso tutti i cinque sensi (per esempio la possibilità di toccare con mano e testare i prodotti) e di interagire con il personale di vendita e con gli altri clienti.

Di fatto il phygital marketing offre l’opportunità di entrare in contatto in modo più efficiente con il pubblico sfruttando davvero tutti i canali, da quelli fisici a quelli digitali, integrandoli e facendoli dialogare tra loro.

Ecco alcuni esempi di strategie phygital nella moda:

  1. Virtual Try-On e Realtà Aumentata: brand come Gucci e Dior hanno introdotto la prova virtuale dei capi e degli accessori tramite AR su app e social media.

Amazon ha lanciato la funzione “Virtual Try-On for Shoes”, che permette di provare le scarpe prima dell’acquisto online.

  1. Smart Mirror nei Negozi: marchi come H&M e Ralph Lauren hanno installato specchi intelligenti nei camerini che suggeriscono capi abbinabili, mostrano varianti di colore e permettono di ordinare prodotti online se non disponibili in negozio.
  2. QR Code e Shopping Interattivo: i negozi di moda stanno utilizzando QR Code sui prodotti, che consentono ai clienti di accedere a informazioni extra, video e styling tips direttamente dal proprio smartphone.
  3. Eventi e Sfilate Virtuali: la Metaverse Fashion Week su Decentraland ha visto la partecipazione di brand come Dolce & Gabbana e Tommy Hilfiger.
  4. Personalizzazione con AI e Big Data: Nike e Adidas offrono scarpe personalizzabili tramite strumenti digitali che permettono ai clienti di scegliere colori e materiali.

Il phygital è la soluzione per la trasformazione dei negozi fisici nell’era digitale: gli spazi sono completamente ridefiniti per offrire una nuova customer experience utilizzando i tool digitali come il supporto alla vendita. In questo modo si soddisfano le esigenze di clienti che richiedono esperienze sempre più personalizzate e seamless.

In generale il phygital marketing è una strategia sempre più popolare tra i brand e le aziende e diventerà presto irrinunciabile per garantire la crescita di diversi tipi di business.

Innovazione digitale e automazione industriale nel Fashion – resoconto DigitalMeet 2024

Innovazione digitale e automazione industriale nel Fashion – resoconto DigitalMeet 2024

Al DigitalMeet 2024 è stato dedicato un focus sulle nuove tecnologie per il comparto industriale italiano della moda: automazione, intelligenza artificiale, innovazione digitale, realtà aumentata, interconnessione dei sistemi, industria 4.0 e 5.0; questi i principali temi discussi durante l’incontro “L’Automazione nel Fashion”, svoltosi martedì 22 ottobre a Vicenza nella prestigiosa sede di Palazzo Thiene Bonin Longare.

A coinvolgere il pubblico ci hanno pensato gli esperti del panel organizzato da MAS Management Network e costituito da rappresentanti dell’industria del fashion italiano, dei comitati tecnici del comparto moda, nonché di Assomac, l’associazione nazionale che aggrega e rappresenta i costruttori italiani di tecnologie per calzature, pelletteria e conceria.

Ad una panoramica dei trend di innovazione nell’industria del fashion (digitalizzazione e IOT, industrializzazione di operazioni mediante implementazione di macchine tecnologicamente avanzate, utilizzo di intelligenza artificiale e realtà aumentata per supportare le attività degli operatori, integrazione digitale dei sistemi e gestioni di flussi dati) si sono affiancate riflessioni sulle criticità relative alla loro effettiva applicazione, con esempi concreti e dimostrazioni pratiche.

Con un visore 3D è oggi possibile eseguire attività di lavoro e manutenzione a distanza; mediante protocolli di automazione si possono raccogliere Big Data relativi a macchine e impianti di produzione per registrare lavorazioni e consumi di energia e acqua, su cui eseguire analisi di business intelligence di grande utilità per attuare politiche di Sostenibilità; con l’innovazione digitale si può aumentare la sicurezza sul luogo di lavoro ed affrontare seriamente il tema della cybersecurity; le tecniche Blockchain sono di grande aiuto per pervenire ad una tracciabilità completa di prodotto; tramite l’implementazione di nuovi software e App possono essere spinte innovazioni anche gestionali e organizzative.

L’industria italiana deve rimanere al passo e dimostrarsi partecipe delle decisioni che vengono prese in Europa, facendo valere maggiormente il proprio peso nelle decisioni politiche, anche da un punto di vista tecnico, rivendicando le proprie peculiarità e difendendo l’artigianalità ed il know-how. Per non rimanere indietro servono ingenti investimenti, ed è bene sfruttare incentivi ed opportunità come Industria 4.0 e Transizione 5.0 senza temere il cambiamento.

Gli obiettivi di medio periodo sono infatti la Sostenibilità e l’innovazione digitale, raggiungibili anche grazie al rinnovamento dei macchinari e all’utilizzo delle nuove tecnologie che permettono automazione industriale, raccolta e analisi dei dati, tracciabilità, risparmio energetico e riduzione dell’impatto ambientale, integrazione di filiera e in definitiva aumento della competitività.

La strada è ancora lunga ma ben delineata: il settore moda ha il difficile compito di fare innovazione mantenendo le proprie caratteristiche tipiche, fatte anche di stile, tradizione, design, alta qualità dei prodotti e artigianalità.

DigitalMeet2024: evento “L’Automazione nel Fashion”

DigitalMeet2024: evento “L’Automazione nel Fashion”

EVENTO della rassegna DIGITALMEET2024:

L’Automazione nel Fashion

“Il ruolo delle macchine nella produzione artigiana delle eccellenze del fashion”

MARTEDI 22 OTTOBRE, ore 16.30 – presso la sede di Confindustria Vicenza – Palazzo Thiene Bonin Longare – Corso Palladio, 13 – VICENZA



Siamo lieti di invitarvi all’evento “L’AUTOMAZIONE NEL FASHION: Il ruolo delle macchine nella produzione artigiana delle eccellenze del fashion”, che si terrà il 22 ottobre 2024 alle ore 16.30 nell’ambito della rassegna annuale DigitalMeet.

Questo evento unico nel suo genere non sarà la solita conferenza, ma una unconference moderna, aperta alle domande e alla partecipazione attiva del pubblico. Avrete l’opportunità di confrontarvi con un panel di specialisti sulle nuove tecnologie applicate ai processi della fashion industry, con un focus particolare sull’artigianato e le imprese emergenti.


Perché partecipare?

  • Approfondimenti: Scopri il ruolo dell’automazione, delle macchine e degli impianti innovativi nel settore della moda.
  • Interazione: Partecipa attivamente con domande e discussioni aperte.
  • Esperti del settore: Ascolta e interagisci con esperti che forniranno consigli pratici e presenteranno casi di applicazioni innovative.

Non perdere questa occasione per esplorare come l’automazione può trasformare e rinnovare le aziende della moda!


Dettagli dell’evento:


Relatori:

  • Mauro BergozzaVicepresidente Assomac
  • Cristiano PaccagnellaDirettore Generale Omac
  • Pietro PinPresidente Commissione Tessile e Abbigliamento UNI
  • Andrea FavazziResponsabile Dipartimento Tecnologico Assomac
  • Luigi BalestriniCEO Fconn, esperto di tematiche di automazione nel Fashion

Conduce Walter Macorig, consulente direzionale MAS e docente universitario IUSVE specializzato nell’industria del Fashion.


Partecipazione gratuita previa iscrizione on-line:

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I driver della Moda Sostenibile

I driver della Moda Sostenibile

Negli ultimi anni il fashion sostenibile sta guadagnando mercato, offrendo soluzioni per ridurre il suo impatto sull’ambiente. Descriviamo qui i fattori materiali e ideali che guidano i principali processi di trasformazione e innovazione delle aziende della moda verso una produzione sostenibile:

 

1. Consumo energetico ridotto: i brand della moda sostenibile spesso danno priorità alle pratiche di efficienza energetica nei loro processi produttivi. Possono utilizzare fonti di energia rinnovabile, implementare tecnologie di risparmio energetico o optare per la produzione locale per ridurre al minimo il consumo energetico legato ai trasporti. L’Unione Europea negli ultimi anni sta incentivando notevolmente il risparmio energetico delle imprese, offrendo aiuti all’innovazione come la Transizione 5.0.

2. Impronta di carbonio ridotta: l’industria della moda è nota per le sue significative emissioni di carbonio. La moda sostenibile si concentra su materiali ecologici, pratiche di produzione etiche e riduzione delle emissioni relative ai trasporti e all’uso dell’energia. Le aziende investono in sistemi di tracciabilità e blockchain per effettuare misurazioni accurate e poter quindi minimizzare le emissioni ed al contempo i costi.

3. Conservazione dell’acqua: la produzione tradizionale della moda (in particolare relativamente ad alcune materie prime molto diffuse, come il cotone) richiede grandi quantità di acqua, con conseguente inquinamento e impatto sulla scarsità di risorse idriche. La moda sostenibile promuove pratiche di risparmio idrico, come tecniche di tintura innovative, riciclaggio dell’acqua nei processi produttivi e scelta alternativa di materie prime.

4. Riduzione dei rifiuti: il fast fashion ha alimentato la cultura dell’abbigliamento usa e getta, provocando discariche stracolme e degrado ambientale. La moda sostenibile incoraggia il passaggio a un’economia circolare, in cui gli abiti sono progettati per durare più a lungo e i materiali vengono rivenduti o riciclati. Altre soluzioni già implementate da alcuni produttori sono ad esempio quelle relative a tessuti biodegradabili.

5. Sostituzione delle sostanze inquinanti: grazie alle numerose attività di ricerca e sviluppo effettuate dalle imprese più lungimiranti e innovative, accompagnate naturalmente da normative sempre più stringenti ormai diffuse in tutto il mondo (sebbene spesso diverse nei vari continenti, e non armonizzate), le sostanze inquinanti usate nella manifattura sono sostituite da elementi organici o da tecniche di produzione alternative, per esempio mediante uso di nanotecnologie. Tessuti tinti mediante coloranti naturali sono sempre più diffusi nel mondo del fashion.

6. Commercio equo e pratiche etiche: la moda sostenibile dà priorità al commercio equo e alle pratiche etiche, garantendo che i lavoratori ricevano salari equi e condizioni di lavoro sicure. Le imprese possono ottenere delle certificazioni e/o richiedere che i loro fornitori siano a loro volta certificati, in modo da non rendersi partecipi, anche involontariamente, di sfruttamento.

7. Preservazione della biodiversità: la moda sostenibile promuove l’uso di metodi di agricoltura biologica e rigenerante, riducendo la dipendenza da materiali sintetici derivati ​​da combustibili fossili. Scegliendo indumenti realizzati in cotone biologico o altri materiali sostenibili (lana, lino) si aiuta a proteggere la biodiversità e gli ecosistemi.

8. Economia circolare: la moda sostenibile incoraggia soluzioni di design innovative e approcci creativi alla moda. I designer spesso sperimentano il riutilizzo, la reinvenzione dei materiali o il riciclaggio alla fine del loro ciclo di vita, dando vita a pezzi di moda unici e irripetibili. Indicativa è la crescita negli ultimi tempi di portali web e app dedicati al commercio elettronico di indumenti usati.

Cenni di gestione del Fake

Cenni di gestione del Fake

I falsi sono dei prodotti di qualità inferiore all’originale, che lo imitano in un modo più o meno evidente. Tali prodotti vengono venduti all’insaputa dell’azienda proprietaria di quel predetto marchio, con azione illecita che viola le norme in materia di brevetto, copyright e leggi sul marchio registrato. La maggior parte delle fabbriche di vestiti contraffatti sorge nei paesi in via di sviluppo, e in una percentuale tra l’85% e il 95% di tutte le contraffazioni proviene dalla Cina.

I motivi che portano comunque al commercio di capi contraffatti sono principalmente i seguenti:

  • La Gen Z predilige la moda come categoria di intrattenimento su cui davvero vale la pena spendere, si pensa che sia moralmente accettabile acquistare e utilizzare beni di lusso falsi.
  • La dinamica del fast fashion ha enormemente contribuito a creare la mentalità del “poco valore” e dell’acquisto d’impulso, aumentando sempre più il fenomeno dell’usa e getta legittimando la pratica dell’acquisto di pezzi contraffatti, che proprio perché non di marca, possono avere un ciclo di vita breve come le preferenze dettate dalla moda.

Il mercato del fake dilaga ogni giorno di più e rappresenta una piaga che penalizza fortemente i marchi luxury e high-end streetwear. Ad esempio, Nike è l’azienda più contraffatta al mondo, mentre sembra che Rolex sia il marchio più ricercato da tutti a livello di contraffazione, con ben 228.000 ricerche annuali per “fake Rolex”.

I brand per cercare di contrastare le operazioni dei falsi e per certificare l’originalità del prodotto grazie all’intelligenza artificiale hanno adottato alcune soluzioni, quali ad esempio:

  • RFID: inserimento di tag posizionati all’interno o nell’ etichetta del prodotto finito, ha come obiettivo quello di garantire l’autenticità dei prodotti del brand e combattere quindi l’anticontraffazione. L’RFID è la tecnologia di identificazione automatica via radio che consente di rilevare e tracciare oggetti a cui sia applicato un TAG. Al suo interno è contenuto un codice che identifica in maniera univoca l’autenticità di quel prodotto.
  • Certilogo: inserimento nei capi di una speciale etichetta con QR code e un Codice numerico a 12 cifre che costituisce l’identità digitale del prodotto. Il cliente con il proprio Smartphone inquadra l’etichetta dove è stampato un QR code univoco irriproducibile dal mercato del falso. In alternativa, si può anche entrare nel sito Certilogo e digitare il codice di 12 cifre manualmente.
  • Entrupy: l’app ha come obiettivo fondamentale riconoscere gli accessori falsi ed offrire supporto sia per le aziende che per i consumatori. L’apparato grazie allo zoom ottico amplifica fino a 260 volte le immagini e scruta ciò che non potrebbe essere visto dall’occhio umano, dove gli algoritmi assegneranno un punteggio all’elemento come autentico o non verificato in base alle immagini inviate.

Allo stesso modo anche i consumatori, per essere sicuri di compare un capo originale, devono prestare attenzione ai seguenti elementi:

  1. Imballaggio fragile o assente: Il packaging dei prodotti griffati sono generalmente di alto valore ed esteticamente belli
  2. Scarsa qualità dei prodotti e accessori mancanti
  3. Prezzo di Vendita: se un capo ha un prezzo stracciato è possibile che non sia originale
  4. Esaminare le Cuciture
  5. Colla e chiusure
  6. L’etichetta
  7. Errori grammaticali
  8. Loghi difettosi

La contraffazione dei prodotti di lusso resta una problematica importante e molto attuale che non è da sottovalutare. Gli strumenti per combattere il fake ci sono, si tratta di adattarli ad un mercato in continua evoluzione.