Metaverso: nuove prospettive per il futuro

Metaverso: nuove prospettive per il futuro

Lo scorso 28 ottobre, durante la conferenza Connect trasmessa in streaming, Mark Zuckerberg ha presentato “The Metaverse and how we’ll build it together” (qui la diretta). L’evento ha suscitato grande interesse non solo per coloro che desiderano al più presto provarlo, ma anche per tutte quelle aziende che vedono un’opportunità nell’utilizzo di questa piattaforma, essendo già pronte ad effettuare ingenti investimenti. D’altronde, l’idea di una realtà digitale in cui poter interagire con i propri clienti era già emersa in passato ed ora, con l’annuncio del metaverso non è altro che una conferma.

Stando alle parole di Zuckerberg, esso si presenta come una realtà virtuale dove “riusciremo a sentirci presenti come se fossimo fisicamente vicini a prescindere dalla distanza reale”. L’accesso sarà consentito attraverso un proprio avatar che potrà interagire con gli altri utenti ed immergersi in “nuove esperienze incredibili ed entusiasmanti” sia dal punto di vista sociale sia dal punto di vista lavorativo. Infatti, tra le molte funzionalità, come afferma il fondatore di Facebook, vi è la possibilità di creare luoghi e spazi che rispecchiano l’ufficio perfetto dove poter concentrarsi al massimo.

Se si pensa a come gran parte delle aziende, soprattutto a seguito della pandemia, stiano continuando ad adottare un sistema ibrido di lavoro, la scelta di sperimentare una piattaforma in grado di creare “una sensazione di presenza” può essere efficace nello svolgimento di riunioni, collaborazioni e progetti a distanza. D’altra parte, si è già avuto modo di vedere come, con lo smart working, molti lavoratori riescono ad avere un migliore equilibrio vita-lavoro e gli impatti ambientali, dovuti agli spostamenti, sono diminuiti. Negli ultimi anni, infatti, molte aziende hanno avviato un processo di digital transformation (qui il nostro articolo a riguardo) volto ad implementare i sistemi organizzativi al fine di creare modelli più sostenibili e interconnessi tra di loro.

Ciò spiega in parte il motivo per cui, alcuni colossi del settore tech come Microsoft, Google e Nvidia (azienda che sviluppa processori grafici per il mercato videoludico e professionale) abbiano già investito nel metaverso il cui valore di mercato, secondo una stima di Bloomberg Intelligence (cfr. Bloomberg Professional Services) potrà valere 800 miliardi entro il 2024. Se si considera poi, la possibilità di poter acquistare attraverso gli avatar biglietti per eventi, vestiti e prodotti di vario genere, è chiara la scelta di aziende come Nike e Adidas (e non solo) di investire in questa piattaforma.

Il settore moda è stato particolarmente influenzato dalle sfide messe in atto dalla pandemia. Infatti, la mancanza di eventi in presenza come la presentazione di nuove collezioni o semplicemente l’impossibilità di potersi recare negli store fisici e provare il prodotto, ha spinto tali aziende a ridimensionare il rapporto con il cliente. Di fatto, ciò che da sempre si cerca di raggiungere, è riuscire a creare una forma di coinvolgimento che va oltre il semplice acquisto. Se da un lato si è visto come la strategia omnichannel (qui il nostro articolo sull’argomento) sia in grado di soddisfare il consumatore e ottimizzare il processo di vendita, dall’altro si è assistito ad un cambiamento del ruolo dei negozi fisici che puntano a creare un’esperienza unica capace di suscitare emozioni nei confronti del cliente.

Le emergenze dovute al covid-19 e le nuove prospettive in tema digitalizzazione e sostenibilità hanno determinato per il settore fashion nuove strategie comunicative e l’ingresso in nuovi settori di mercato. Negli ultimi due anni, infatti, alcuni grandi marchi di abbigliamento tra cui Gucci, Louis Vuitton e Balenciaga sono entrati nel mondo del gaming, vestendo, rispettivamente, personaggi digitali di Roblox, League of Legends, e Fortnite. Se da un lato lo scopo è offrire un’esperienza più immersiva e permettere all’utente di avere un contatto più stretto con il brand, dall’altro risulta essere un ottimo strumento di marketing per l’azienda stessa, che in tal modo può intercettare più facilmente il target di suo interesse. Si pensi, ad esempio, alla generazione Z che è cresciuta con le nuove tecnologie, attenta alle tematiche sociali e alla ricerca di autenticità e di nuovi trend da sperimentare.

Un ulteriore aspetto da tenere in considerazione è la diffusione degli NFT, ovvero i token digitali, che oltre al mondo dell’arte, stanno interessando i mercati della moda e del design. Attraverso questo strumento e con l’aiuto della blockchain, le maison sono in grado di permettere al cliente di acquistare abiti digitali unici e originali da poter indossare in varie occasioni nel mondo virtuale. In tale modo, si viene a incrementare il valore della brand awareness interagendo con la propria community in maniera più profonda.

Sulla base di queste osservazioni, è evidente come l’ingresso nel metaverso da parte del settore moda avvenga in modo spontaneo e naturale. Si tratterebbe, infatti, di proseguire quella strada verso il mondo digital e virtuale intrapresa recentemente. Oltre al già citato Gucci che ha avuto 19 milioni di visitatori nella mostra virtuale “Gucci Garden” attraverso il metaverso di Roblox (cfr. Business of Fashion), altri importanti brand si stanno muovendo all’interno di questo nuovo sistema. Tra questi, vi è il gruppo OTB che, da poco, ha comunicato il lancio BVX (Brave Virtual Experience), un nuovo Centro di Competenza interamente dedicato allo sviluppo di progetti e contenuti destinati al mondo virtuale.

Tutto ciò rappresenta una nuova fase e una sfida per le aziende del settore moda che dovranno adattarsi ad una realtà sempre più liquida e in costante mutamento cercando di mantenere intatto il rapporto con il cliente. Questo richiede una maggiore flessibilità sia a livello strutturale che manageriale. Si pensi, semplicemente, ai processi produttivi che potrebbero cambiare dal momento che a fianco delle collezioni fisiche saranno presenti quelle digitali.

In generale, tuttavia, ci sono ancora alcuni aspetti che necessitano di essere presi in considerazione. Primo fra tutti, si pone la questione degli effetti a lungo termine sia a livello individuale sia collettivo che l’utilizzo di questa realtà virtuale può comportare. Se da un lato rappresenta un nuovo mercato in cui poter creare nuovi posti di lavoro e margini di profitto, dall’altro è fondamentale tenere presente gli effetti psicologici sulle persone immerse in un mondo che reale non è. Salvaguardare la salute mentale sia del singolo individuo che quella collettiva, risulta essere, quindi, una prerogativa rilevante. Richiamando il noto romanzo di Aldous Huxley, l’idea di un “Mondo Nuovo” che per alcuni può sembrare distopico è, di fatto, già realtà sebbene ci vogliano ancora diversi anni affinché ognuno di noi possa sperimentare direttamente l’ormai famoso metaverso.

In Veneto i brand del lusso studiano la Blockchain 3.0

In Veneto i brand del lusso studiano la Blockchain 3.0

In principio era Bitcoin. Ma da allora la tecnologia blockchain ha fatto passi da gigante: nel giro di pochi anni i suoi ambiti applicativi si sono moltiplicati, sono nate blockchain 2.0 come Ethereum, hanno preso forma numerose startup investendo sulle infinite possibilità di utilizzo di tale innovazione.

E il mercato del fashion & luxury non è rimasto a guardare, ma ha seguito con grande interesse lo sviluppo di nuove applicazioni e ha già cominciato a sviluppare proposte, ad investire in progetti per lo sfruttamento della blockchain come supporto per tracciabilità, pagamenti, gestione della supply-chain e metodologie anti-contraffazione. E’ di solo pochi mesi fa la creazione di “Aura Blockchain”, uno sforzo collettivo dei gruppi Prada, LVMH e Cartier che promuove l’utilizzo di una soluzione globale per garantire ai consumatori maggiore trasparenza e tracciabilità. Altri attori si stanno oggi muovendo sul mercato nel tentativo di implementare soluzioni ancora più avanzate, basate sulla blockchain 3.0. Presso i brand presenti in Veneto è questo oggi il vero dibattito.

Se ne è parlato in occasione del Digital Meet 2021 lo scorso 20 ottobre, in un incontro intitolato “La blockchain per la creazione di valore nel mondo del fashion”: un evento unconference nel quale un panel di autorevoli esperti dell’industria della moda e delle tecnologie digitali ha affrontato l’argomento guidato dal pubblico in modalità interattiva, rilevando grandissimo interesse tra i presenti – anche virtualmente – e ponendo le basi per la creazione di un consorzio internazionale per realizzare una struttura blockchain 3.0 a servizio delle imprese del fashion.

Rivedi il video dell’evento su Youtube!

 

Ospiti dell’incontro sono stati Tito Simone, ex manager di Tom Ford, consulente D2squared e Christian Louboutin e Andrea Pagnoncelli manager di Bottega Veneta, intervenuti per fornire il loro punto di vista lato moda; Enrico Talin di Commerc.io, guru veneto della blockchain e Massimiliano Losego dell’agenzia digitale padovana Atman, nonché presidente di TSI Confcommercio giovani, in qualità di esperti di nuove tecnologie. L’evento, tenutosi a Padova presso la sala conferenze di Talent Garden e visibile anche in streaming, è stato moderato da Walter Macorig di MAS Management Network, società di consulenza che si occupa di progetti di innovazione strategici per i grandi brand del fashion.

Blockchain 3.0, dunque. Ma di cosa si tratta? Secondo Enrico Talin si può sintetizzare come “l’internet dello scambio del valore”. Con blockchain in generale si intende un database condiviso che memorizza dati in forma sicura, creando un contesto di fiducia fra attori sconosciuti mediante una struttura decentralizzata costituita da milioni di pc e server sparsi nel mondo e collegati in rete. Ogni transazione in tale scenario è crittografata, autorizzata e verificata da utenti multipli, nonché tracciata temporalmente. Blockchain 2.0 risolve numerosi problemi di prestazioni generati dalla decentralizzazione spinta, tipica dei Bitcoin, a discapito però di quest’ultima. Blockchain 3.0, grazie a meccanismi alternativi come sidechain e cross-chain, esprime ad oggi tutti i vantaggi delle precedenti versioni oltre ad essere energeticamente efficientissima – il consumo di risorse di calcolo dei Bitcoin sarà presto solo un lontano ricordo.

Questa è la strada da seguire affinché il sistema moda del Veneto non perda il treno, già in partenza, dell’innovazione digitale. Blockchain sarà infatti molto presto imprescindibile per la gestione avanzata di metodi anti-frode e anti-contraffazione, di tracciabilità completa di filiera (la cosiddetta e-delivery), di iniziative mirate di welfare aziendale, di controllo dei big data derivanti dai comportamenti del consumatore, di valutazione qualitativa delle informazioni, di sostenibilità ambientale quantificata, di trasferimento di diritti digitali oltre che di denaro.

Altri contatti:

www.digitalmeet.it

www.atman.it

www.fondazionecomunica.org

 

MAS al DigitalMeet 2020 – rivedi il video dell’evento

MAS al DigitalMeet 2020 – rivedi il video dell’evento

Rivedi qui il video dell’evento “Dalla tradizione culturale alla rivoluzione digitale: vecchie e nuove sfide per il Fashion”, svoltosi Mercoledì 21 Ottobre 2020 al Gabinetto di Lettura di Padova, nell’ambito della manifestazione DigitalMeet 2020.

Riassunto di alcuni temi affrontati – “Il digitale è un cambiamento epocale: o lo si accetta e lo si cavalca o ci si ferma, e da ciò consegue un
cambiamento culturale. Generalmente, coloro che anticipano il cambiamento hanno maggiore successo. Nello stesso tempo il digitale è anche una sfida: abbiamo tutti subito un’accelerazione veramente forte, ed anche se stare al passo è difficile, bisogna cercare di capirle e di sfruttare le nuove potenzialità. Non si tratta solo di tecnicismi, ma anche di unire diverse discipline mediante strumenti innovativi: anche una laurea umanistica può essere utile nel digitale.
La digitalizzazione nel mondo della moda può essere considerata come un’apertura. Molti anni fa nelle boutique c’erano dei look tipicamente riconoscibili grazie al loro marchio. Oggi invece l’oggetto che ci caratterizza è figlio di un approccio più generale, non solo del prodotto ma anche di comunicazione. Il fatto di essere molto adattativi (possibilità di cogliere molto più velocemente le informazioni ed elaborarle) porta ad una prospettiva di crescita. Molte volte i comportamenti prevedono la presenza di diversi tipi d’azione nello stesso contesto sociale. Uno dei modi di leggere il fenomeno moda è relativo ai codici (es. consuetudini che vietano o favoriscono l’uso di certi abiti in determinate occasioni). Anch’essi si modificano col tempo e a seconda dei diversi contesti sociali. Il passaggio che stiamo vivendo al digitale è un passaggio in cui dobbiamo essere resilienti e innovativi.
Il digitale può aiutare molto a lanciare il proprio progetto, in quanto si può creare e avere un riscontro immediato. Naturalmente è necessario avere un contenuto di qualità, e conta anche l’abilità di saper utilizzare al meglio i canali social. Moda e digitalizzazione non sono in contraddizione, ma è importante inserire anche competenze di comunicazione. La sensibilità digitale è estremamente diffusa, l’Italia sta comunque facendo dei veloci progressi, ed inoltre apparentemente quello della digital transformation è un cambiamento irreversibile”.

MAS al DigitalMeet 2020 – rivedi il video dell’evento

MAS al DigitalMeet 2020 – tra digital e cultura, in diretta streaming

Mercoledì 21 Ottobre 2020, dalle ore 18:00 alle ore 19:30 circa si terrà l’evento online “Dalla tradizione culturale alla rivoluzione digitale: vecchie e nuove sfide per il Fashion”, di cui Walter Macorig di MAS Management Network sarà uno dei relatori, nell’ambito della manifestazione DigitalMeet 2020.

 

CLICCA QUI per accedere all’evento su Youtube

DIRETTA STREAMING – 21 Ottobre 2020, ore 18:00

 

Un panel di autorevoli esperti della CULTURA e del FASHION si confronta sulle sfide dell’oggi e del domani dell’industria della moda. L’evento sarà in modalità SMART, videotrasmesso in diretta streaming sui canali social dalla sede del Gabinetto di Lettura di Padova.

Programma:

INTRODUZIONE
• Enrico Conte, Presidente del Gabinetto di Lettura e Società di Incoraggiamento APS
• Walter Macorig, Consulente Direzionale MAS Management Network

MODERATORE
• Paola Cattaneo, Architetto

RELATORI
• Valentina Gallo, Sviluppo Prodotto Shoes Saint Laurent
• Daniele Nigris, Professore di Sociologia Università di Padova
• Stefano Pozzi, Direttore HR Gruppo Marzotto
• Paolo Smagliato, Founder Progetto Milano Showroom

MEDIA PARTNER
• Massimiliano Losego, Founder Agenzia Digitale Atman

Fashion: il sistema Moda Italia si conferma ancora protagonista

Fashion: il sistema Moda Italia si conferma ancora protagonista

Fonte: www.mbres.it

E’ stato recentemente pubblicato il report 2014-2018 dell’Area Studi di Mediobanca relativo alle maggiori aziende del sistema Moda, sia italiane (173 aziende con fatturato superiore ai 100 milioni di euro) che europee (46 grandi gruppi con fatturato superiore ai 900 milioni di euro). Lo studio conferma anche per l’anno 2018 un trend di crescita sia del fatturato che occupazionale, con alcuni corollari interessanti che aiutano a comprendere l’evoluzione del settore.

Il giro d’affari totale in Italia si assesta infatti attorno ai 72 miliardi di euro (+9,4% rispetto al 2015), viaggiando così negli ultimi anni ad una velocità circa doppia rispetto alla crescita del PIL, a testimonianza del fatto che stiamo parlando di un settore di traino dell’economia (anche l’occupazione è aumentata, sebbene con una leggera flessione negli ultimi due anni). Andando un po’ più a fondo si scorge che, a livello di ricavi, emergono i comparti abbigliamento (42,6% del totale), pelletteria (23,1%) e occhialeria (15,6%), mentre si distinguono come crescita delle vendite i settori della gioielleria, del tessile, della pelletteria e delle calzature. Ciò indica anche una preminenza delle grandi realtà nei comparti maggiormente in espansione nel nostro paese per ciò che riguarda il mercato del lusso.

Per quanto riguarda la proprietà dei brand, si consolida la presenza di attori stranieri, i quali controllano il 34,7% del fatturato aggregato; essi sono soprattutto di nazionalità francese (14,2% del fatturato), specificamente per la presenza di due grandi gruppi multinazionali, ovvero Kering e LVMH. Cionondimeno, le società a controllo italiano primeggiano per redditività sui gruppi stranieri (ebit al 9,3% rispetto al 6,2%), in particolare per quanto concerne le aziende quotate in borsa ed a conduzione familiare. Queste ultime sono anche le più propense all’esportazione in settori comunque molto dipendenti dalla clientela straniera: infatti la quota parte del loro fatturato derivante dall’export è pari all’86,1%.

Lo scenario europeo è anch’esso dominato dalle grandi multinazionali, e sebbene il peso dell’Italia sia inferiore a quello di Germania, Regno Unito e Francia (quest’ultima è nettamente la capofila, con il 34,6% del fatturato aggregato), il nostro paese è comunque il più rappresentato a livello numerico (14 grandi realtà).

Cosa dobbiamo aspettarci nei prossimi anni? Il Fashion italiano continuerà a crescere fino a raggiungere e superare quota 80 miliardi di euro, e buona parte di questa crescita sarà trainata dalla visibilità e dalla reputazione on-line dei brand, i quali dovranno giocoforza adottare complesse Digital Strategy e approfondire temi quali la sostenibilità, l’ambiente, l’etica del lavoro e l’economia circolare, oltre a confermarsi in termini di affidabilità e qualità del prodotto.