Organizzazioni Esponenziali e strategie digitali

Organizzazioni Esponenziali e strategie digitali

Cosa sono le organizzazioni esponenziali? Si tratta di imprese moderne di ogni settore, quasi sempre all’avanguardia nel campo digital, caratterizzate da velocità di crescita elevatissime con ridotti tempi e costi di offerta di un nuovo prodotto o servizio. Le principali e più famose rappresentanti delle Exponential Organizations (ExO) sono società che hanno superato il valore di mercato di 1 miliardo di dollari a pochissimi anni dalla loro nascita (8 anni ci ha messo Google, 5 anni Facebook, 4 anni Tesla e solo 2 anni Whatsapp, giusto per dare qualche nome).

Il paradigma delle ExO risale al 2014, anno di pubblicazione del libro “Exponential organizations – Il futuro del business mondiale” (edito in Italia da Marsilio) dell’imprenditore, esperto di organizzazione aziendale e co-fondatore della Singularity University Salim Ismail. Questo paradigma si sta ormai diffondendo in ogni settore (si pensi ad Amazon, Uber, Airbnb, Spotify o Netflix), dato che il mercato globale si trova ad affrontare dei cambiamenti sostanziali, e sempre più realtà imprenditoriali si stanno rivolgendo con profitto a nuovi standard tecnologici digitali quali cloud software, Big Data, realtà virtuale, IoT e algoritmi computazionali.

Lo studio dei processi e delle strutture organizzative scalabili delle ExO ha permesso di individuare le caratteristiche salienti di questo genere di società, nonché i cardini teorici su cui far leva per direzionare le proprie scelte di business al fine di cogliere le opportunità offerte dalle nuove tecnologie digitali (in grado di individuare e creare market-place virtuali combinando web, cloud e Big Data e facendo leva sulle community che li sostengono). Tali aspetti specifici sono stati sintetizzati in due acronimi, Ideas (per la parte relativa agli strumenti e ai metodi di lavoro interni all’azienda) e Scale (per gli aspetti organizzativi ed operativi che coinvolgono l’esterno), configurando 10 punti fondamentali:

  1. Interfaces: le interfacce digitali servono per direzionare automaticamente ed in modo efficiente i corretti output verso le giuste persone all’interno dell’organizzazione.
  2. Dashboards: l’uso di dashboards è utile per tracciare e monitorare tutte le performance aziendali in tempo reale.
  3. Experimentation: la sperimentazione è fondamentale per i miglioramenti di prodotto e processo: oggi si può fare in modo rapido, con strumenti che raccolgono feedback istantanei.
  4. Autonomy: autonomia significa strutture snelle e poco gerarchiche, che puntano alla responsabilizzazione del lavoratore e all’apprendimento veloce.
  5. Social: tecnologie social sono ormai utilizzate anche all’interno delle aziende, giacché consentono comunicazioni immediate ed efficaci.
  6. Staff on-demand: l’assunzione di personale consulente consente l’immissione di nuove idee senza appesantire la struttura aziendale e mantenendola dinamica.
  7. Community: la cura, la gestione e lo sfruttamento della propria comunità virtuale consente alle idee di manifestarsi subito e di crescere e svilupparsi velocemente.
  8. Algorithms: gli algoritmi sono ormai fondamentali nella gestione dinamica dei prezzi e nell’ottimizzazione del traffico di informazioni ed oggetti.
  9. Leverage: l’outsourcing degli asset, anche di quelli critici, è indispensabile per l’agilità e per una rapida scalabilità della struttura aziendale. Sempre più imprese sfruttano oggi Saas e Cloud.
  10. Engagement: il coinvolgimento della clientela oggi, mediante strumenti digitali, è il più completo di sempre. Non v’è ExO che non abbia sfruttato pesantemente questa leva!

Il cambiamento portato dalle organizzazioni esponenziali è destinato a riverberarsi in un cambiamento organizzativo di tutte le imprese. Ciò sta già accadendo, e le sue conseguenze si manifestano con grande velocità e profitto per coloro che sanno cogliere questa opportunità; ma non si tratta necessariamente di grosse realtà: è pieno di startup innovative che da subito puntano su metodologie ambiziose per strutture scalabili già dalla nascita, così come grandi brand tradizionali che stanno implementando tecnologie digitali e strategie adeguate ai nuovi paradigmi di mercato, di fatto mettendosi rapidamente nelle migliori condizioni per competere in modo nuovo.

Il retail come esempio di integrazione digitale

Il retail come esempio di integrazione digitale

Il settore retail, sulla spinta delle nuove tecnologie, sta modificandosi molto velocemente. La funzione dei negozi fisici già ora in molti settori non è più solo quella tradizionale: all’interno dei luoghi adibiti alla compravendita si cerca sempre più di coinvolgere il consumatore in un’esperienza d’acquisto unica, che non può trovare altrove.

I maggiori player di mercato hanno già iniziato questa transizione, in particolare ottimizzando alcuni aspetti (logistica, servizi accessori, supporto al cliente, canali di marketing…) nel tentativo di distinguersi in un contesto di mercato molto competitivo ed in rapido cambiamento; tuttavia, anche per fattori legati alle potenzialità delle più recenti tecnologie digitali, si rende necessario trasformare più profondamente il proprio modello di business. Dev’essere ripensata l’intera struttura organizzativa, modificando strutture e processi e sviluppando nuove competenze, soprattutto in campo digital, ed agire laddove in particolare si possono anticipare le esigenze dei consumatori.

I più importanti trend tecnologici in corso di sviluppo negli ultimi tempi costituiscono dei validi esempi del cambiamento del settore retail, e indicano al contempo la direzione verso la quale esso si sta dirigendo. Un canale unificato di vendita nel quale negozio fisico ed e-commerce vengano fatti agire sinergicamente e non in stretta concorrenza, completandosi a vicenda e contribuendo così ad offrire una migliore esperienza al consumatore, è una tendenza destinata ad un grande sviluppo nei prossimi anni, così come l’implementazione di nuove modalità di pagamento (si prevede che le tecnologie in quest’ambito subiranno verosimilmente un nuovo grande impulso nel 2019, quando entrerà in vigore la nuova direttiva europea “PSD2”). Anche smart devices e accessori digitali wearable giocheranno un ruolo maggiore nell’esperienza d’acquisto, così come sarà sempre più cruciale la tematica del customer care e della customizzazione dei servizi post-vendita in conseguenza delle sempre maggiori aspettative dei clienti “multicanale”. Prodotto e servizi costituiranno un tutt’uno.

E’ evidente come tutti questi aspetti riguardino il più generale tema della Digital Transformation in azienda, del quale, nel settore retail, non sono altro che il risultato più visibile (e spesso tangibile). Il cambiamento deve dunque partire dall’alto, con un forte supporto manageriale, e realizzarsi mediante nuove risorse e competenze, con un programma che delinei in modo chiaro la direzione e gli obiettivi del cambiamento. Per fare ciò, ogni player dovrà costruire la propria Digital Strategy nell’ottica di un’integrazione organizzativa che permetta una rapida reazione ai mercati e un dinamismo nell’affrontare i problemi, il miglioramento della propria identità di brand e soprattutto un pieno sfruttamento delle potenzialità delle nuove tecnologie digitali.