Industria 4.0 e incentivi 2020

Industria 4.0 e incentivi 2020

L’Industria 4.0 si estende oggi a tutti i livelli aziendali, generando la necessità di cambiamenti organizzativi, di processi e di funzioni sotto il segno della Digital Transformation. Questo percorso, iniziato ormai già da qualche anno e comprendente iniziative del governo volte ad incentivare la trasformazione tecnologica delle imprese (sottoforma, fino allo scorso anno, di super e iperammortamento), è destinato a continuare anche nel 2020, sebbene con modalità leggermente diverse.

Ad esempio, come previsto dall’ultima Legge di Bilancio per il 2020, l’acquisto di nuovi macchinari digitali ed interconnessi al sistema informatico di fabbrica, unitamente ai software che ne permettono il funzionamento, invece che con l’iperammortamento degli anni scorsi viene oggi agevolato con un credito d’imposta: esso si può applicare agli investimenti effettuati nel 2020 (oppure, similmente ai precedenti periodi d’imposta, ad investimenti effettuati entro il 30 giugno 2021, a condizione che l’ordine risulti accettato dal fornitore entro il 31 dicembre di quest’anno, e con il pagamento di un acconto di almeno il 20% del costo totale).

A quanto sembra, è destinata a rimanere una divisione delle quote incentivabili a scaglioni d’investimento per i beni compresi nell’allegato A della legge 232/2016: credito d’imposta del 40% fino a 2,5 milioni di euro e del 20% oltre tale ammontare, sino ad un massimo complessivo di 10 milioni di euro. Di fatto le differenze sostanziali col precedente regime di benefici sono minime, almeno fino a questa cifra, cambiando solo le modalità di ripartizione pluriennale.

Al di là però dei benefici economici immediati, il tema dell’Industria 4.0 abbraccia un perimetro d’azione molto ampio, non limitandosi solo all’ammodernamento degli impianti produttivi ed ai sistemi informativi per l’interconnessione, bensì si propone anche di modificare il modo in cui le aziende generano, raccolgono ed utilizzano dati, ottenendo informazioni utili e prendendo di conseguenza delle decisioni che possono avere un grosso impatto sull’operatività, in particolare per il raggiungimento di un soddisfacente livello di maturità digitale a tutto tondo, riguardante l’intera struttura aziendale nel suo complesso; poiché è in questa direzione di completa integrazione che si sta muovendo il mondo delle imprese manifatturiere.

Di concerto con lo sfruttamento di strumenti informatici sempre più avanzati, in ottica 4.0 è bene che le imprese rimangano al passo anche innovando e migliorando i processi di lavoro, gli assetti organizzativi e le scelte direzionali in modo coerente, allo scopo di raggiungere appunto una quanto più possibile completa ed efficiente integrazione digitale. L’implementazione di una precisa digital strategy che possa coniugare politiche di innovazione con la valorizzazione del know-how, anche di tipo tradizionale, e del talento, appare dunque come il viatico principale per imboccare la strada del miglioramento continuo, in sinergia con le nuove tecnologie adottate. Beneficiare degli incentivi di Industria 4.0, verosimilmente guidati da esperti del settore, è sicuramente un primo passo verso tale direzione di innovazione e cambiamento.

Gestire l’eredità culturale d’impresa con gli Archivi Digitali

Gestire l’eredità culturale d’impresa con gli Archivi Digitali

Negli ultimi anni si registra un crescente interesse ed una nutrita letteratura specialistica riguardo alla gestione delle informazioni relative alla preservazione dell’eredità culturale d’impresa, specialmente nei settori in cui questo tema è maggiormente sentito (brand e marchi storici, manifattura di alta qualità, prodotti artistici o legati al mondo della creatività, della moda e del fashion). L’eredità culturale può essere definita come il retaggio di artefatti tangibili o intangibili relativi ad un gruppo sociale, che viene tramandato dalle generazioni del passato a quelle di oggi; non solo una questione di prodotto, quindi, ma anche di tradizioni estetiche e di gusto in senso lato, di progetti e ricette, di pubblicità e slogan, di mode e tendenze storiche.

In questo senso si è mossa anche l’Unione Europea, attivando nel recente passato un gran numero di progetti su larga scala per intervenire sugli aspetti della cultura storica d’impresa e per incentivare le aziende del vecchio continente ad interessarsi ed a sviluppare questa tematica all’interno della propria realtà di lavoro specifica, e cercando così di calare i princìpi teorici dell’eredità culturale in attività concrete per creare valore (si pensi, a titolo esemplificativo, ad iniziative come Europeana, C.h.e.s.s., Emotive Project, Cross-cult ecc.). L’Italia, a livello nazionale ma soprattutto tramite progetti e bandi regionali, si è presto allineata a queste direttive, creando opportunità per la realizzazione di lavori sulla cultural heritage delle imprese, anche mediante finanziamenti ad-hoc.

In tale contesto, uno dei principali punti di attenzione è costituito senza dubbio dalle innovazioni tecnologiche in campo digital, in grado di creare sinergia tra le componenti di know-how tradizionale, archivi fisici storici e nuove modalità di fruizione di contenuti, sia a livello di marketing che di processi produttivi, sia all’interno che all’esterno del perimetro d’azienda. Database, cloud, automazioni, applicazioni informatiche di ultima generazione e soprattutto strumenti per la gestione delle informazioni e degli asset digitali (chiamati DAM, ovvero Digital Asset Management) sono oggi ad un livello tale da permettere un profondo sfruttamento di ogni tipo di istanza storico-culturale anche per singole realtà imprenditoriali che ritenessero utile valorizzare la propria eredità peculiare.

Com’è intuibile, al centro di queste attività si inserisce il tema degli Archivi Digitali: la situazione di avere un archivio di materiale storico da censire, poter ritrovare e sfruttare è tipica di ogni impresa che porti con sè un bagaglio culturale che può identificarne il marchio, plasmarne la percezione all’esterno e testimoniare una tradizione di eccellenza; molto spesso ciò prende il via a partire dalla presenza di un magazzino contenente oggetti storici (vecchi prodotti, manufatti, semilavorati, ma anche progetti, documentazione tecnica e amministrativa, fatture o addirittura semplici fotografie, riviste, brochure e pubblicità) che vanno digitalizzati.

Questo genere di progettualità per la valorizzazione dell’eredità culturale necessita, oltre ad una decisa spinta a livello dirigenziale (il tema è sempre più avvertito come importante anche in realtà medio-piccole), anche la partecipazione di figure competenti interne ed esterne all’azienda, impegnate il più delle volte a livello interdisciplinare, nonché di strumenti tecnologici e informatici adeguati. Collaborano così in un frame di lavoro esperti di gestione delle informazioni, archivisti, specialisti di nuove tecnologie, tecnici di settore e addetti al marketing ed al customer service.

Si tratta quindi di progetti complessi dal punto di vista dell’organizzazione dei lavori, sovente continuativi nel tempo (un archivio digitale acquisisce valore se mantenuto ed aggiornato, e non dovrebbe mai essere considerato un’attività una-tantum), che hanno però le potenzialità per essere sfruttati anche nel futuro, soprattutto in epoca di dominio dei media e delle comunicazioni, configurandosi così come investimenti vincenti nel medio termine.

Le opportunità non mancano: al business che guarda lontano non rimane che coglierle per perseguire i propri obiettivi strategici in ambito digitale.

Web Marketing Manager & Digital Strategist: la bibbia delle nuove professioni Web

Web Marketing Manager & Digital Strategist: la bibbia delle nuove professioni Web

web marketing - libro(A cura di Mariano Diotto – Dario Flaccovio Editore, Palermo – Giugno 2017)

Questo volume, intitolato “Web Marketing Manager & Digital Strategist“, è il primo manuale italiano, scritto da docenti universitari che sono anche professionisti del mondo web, che delinea le competenze e le professionalità richieste alle figure di web marketing manager & digitai strategist. L’esperienza e l’alta preparazione dell’autore e dei contributori, l’assiduo contatto con le grandi aziende italiane hanno portato alla nascita di questa bibbia delle nuove professioni web. Nel volume si possono trovare tutte le competenze e abilità richieste a queste figure professionali, e le modalità di formazione e di conoscenze necessarie per specializzarsi in questo settore e ottenere successo.

Circa 10 anni fa il mondo del lavoro è stato invaso da una nuova epidemia che colpiva tutti i responsabili marketing e creativi delle aziende. L’epidemia si chiamava: web marketing manager! Qualsiasi preparazione precedente veniva cancellata per esaltare questo nuovo approccio. Tutti diventavano magicamente esperti e si vendevano come guru, specialist, fondatori di metodi innovativi. Ma le competenze e le qualità richieste dove venivano apprese? Il fai da te del web marketing è iniziato così: selvaggiamente. Ancor oggi viviamo di questo pressappochismo che porta le aziende a non fidarsi più dei professionisti del settore e a diffidare degli esperti last minute.

walter macorig

A questo volume ha partecipato, tra gli altri, Walter Macorig di MAS, contribuendo con la stesura di un capitolo (il dodicesimo) intitolato “Il nuovo marketing di internet: integrazione di strategie e strumenti per la creazione di valore”, incentrato non solo sulla teoria della creazione del valore con il web-marketing, ma anche sull’approccio operativo e sugli strumenti attualmente disponibili a coloro che operano nella Rete.

Strategie Vincenti per il Commercio Elettronico di Successo

Strategie Vincenti per il Commercio Elettronico di Successo

marketing valoreL’eCommerce è sicuramente uno degli hot-topics degli ultimi anni. Il Politecnico di Milano ha aggiornato la sua annuale ricerca ed iniziano già a girare alcune prime informazioni.

In sostanza: il volume dell’eCommerce cresce da paura, Italia terribilmente indietro rispetto agli altri paesi occidentali e quindi grandi margini di miglioramento, il mobile ha superato il desktop (ovvero i consumatori usano oggi più lo smartphone o il tablet rispetto al computer)….
Poi due altre notizie interessanti:

1) il settore Fashion è uno di quelli più caldi che muove i volumi più interessante
2) le nicchie crescono, ovvero i grandi portali eCommerce (come Amazon, eBay, Zalando…) stanno crescendo come volumi di vendita ma il loro share di mercato si sta restringendo a scapito di nuovi piccoli attori che presidiano delle iper-nicchie: ergo c’e’ spazio per tutti basta avere la giusta proposta.

E’ proprio nell’ambito di esplorare le migliori modalità di entrata nel mercato online, sia per la costituzione di un vero e proprio eCommerce che piuttosto di potenziare il proprio business tradizionale che con alcuni amici consulenti abbiamo organizzato oggi una giornata di formazione rivolta alle PMI che ha ricevuto il patrocinio di Unioncamere del Veneto.

eCommerce Strategies 2015: tutti i segreti per l’eCommerce di Successo

sala ecommerceIn sala oltre 250 persone che la mattina hanno seguito i lavori proposti da consulenti ed esperti sul tema delle strategie abilitanti per il commercio elettronico.

Noi di MAS abbiamo tenuto un intervento su concetti di marketing generale ed in particolare sulla “BUSINESS CATEGORY” che è elemento fondante di ogni business e di ogni proposizione di valore. La platea è stata condotta attraverso gli elementi teorici di base e quindi – attraverso l’utilizzo di caso di studio – alla comprensione pratica dell’impatto della CATEGORY sul mercato, sui competitor ed in ultima analisi sul potenziale di fatturato.

workshop canvasNel pomeriggio ad un gruppo ristretto di circa 20 imprenditori è stato organizzato un workshop pratico. Walter Macorig di MAS e Vittorio Tessari di WMR hanno prima fornito i concetti di base di “business model” e di “value proposition” e quindi hanno diviso la platea in gruppi che hanno potuto da subito lavorare sviluppando idee di business base sul’online usando le metodologie illustrate e guidate dai consulenti.

L’evento ha avuto un grande successo: molti imprenditori ci hanno fermato nei corridoi per discutere dei loro casi particolri….
Ho percepito grande positività, voglia di fare, disponibilità a rimettersi in gioco… speriamo che molti di questi imprenditori riescano nella implementazione delle loro idee e in sostanza nella creazione di valore.

Il sistema paese ne ha davvero bisogno.