Nuovi incentivi 4.0 per le PMI

Nuovi incentivi 4.0 per le PMI

Grazie al programma europeo ReactUE, sono stati recentemente stanziali 678 milioni di Euro per sostenere gli investimenti delle PMI italiane nella realizzazione di progetti innovativi legati alle tecnologie 4.0: sostenibilità, economia circolare e risparmio energetico. Le misure adottate sottoforma di incentivi riguarderanno per gran parte il tema dell’ammodernamento degli impianti attraverso l’utilizzo di nuove tecnologie che, oltre a incrementare la produttività e migliorare la sostenibilità ambientale, dovranno favorire sviluppo, innovazione e occupazione.

Il primo provvedimento in cantiere è infatti un nuovo Bando focalizzato sugli investimenti 4.0, che si rivolge alle PMI del manifatturiero e dei servizi che operano e intendono continuare ad operare in Italia. Le agevolazioni sono concesse sotto forma di contributo per immobilizzazioni materiali o immateriali ammortizzabili, e copriranno dal 25% al 60% delle spese delle PMI italiane per progetti di implementazione tecnologica, con differenze su base regionale nonché sulle dimensioni aziendali.

I progetti agevolabili devono esser volte all’ampliamento della capacità produttiva, alla diversificazione della produzione, al cambiamento fondamentale del processo di produzione, o alla realizzazione di una nuova unità produttiva, attraverso l’utilizzo di tecnologie abilitanti individuate dal piano “Transizione 4.0”:

  • manifattura avanzata: tecnologie per gestire macchine, impianti e sistemi che si possono connettere tra loro e permettere il controllo da remoto;
  • manifattura additiva: creazione di oggetti fisici tridimensionali a partire da un modello digitale;
  • realtà aumentata o assistita: scenario in cui le attività umane sono supportate da tecnologie che permettono l’integrazione in tempo reale con informazioni in diversa forma (grafica, sonora, testuale…);
  • integrazione logistica: digitalizzazione lungo tutta la catena del valore al fine di creare un flusso automatizzato efficiente ed efficace, monitorabile in modo accentrato;
  • IOT: sistema di dispositivi “intelligenti” in grado di comunicare ed interagire tra loro e con il mondo circostante, attraverso Internet e con protocolli standard;
  • sistemi Cloud: sistemi di gestione delle informazioni e/o dei software in ambiente virtuale e tramite Internet;
  • simulazione cyber-fisica: sistemi digitali (di dati o grafici) in grado di simulare, testare e ottimizzare i processi prima ancora della realizzazione fisica di un prodotto;
  • cybersecurity: sistemi di sicurezza delle reti dati;
  • Big Data: tecnologie e pratiche per la raccolta e l’analisi di grandi moli di dati;
  • blockchain: tecnologie digitali a registro condiviso che permettono la validazione di transazioni e informazioni;
  • Intelligenza Artificiale: tecnologie digitali in grado di apprendere, rettificare e pianificare automaticamente il loro comportamento in base a fattori esterni o dati raccolti (es. “machine learning”).

Le spese ammissibili per ogni singolo progetto, che possono arrivare sino a 3 milioni di Euro, potranno essere relative relative a:

  • macchinari, impianti e attrezzature;
  • opere murarie;
  • programmi informatici e licenze per l’uso di macchinari;
  • acquisizione di certificazioni ambientali;

La presentazione delle domande avverrà attraverso la procedura a sportello. MAS Management Network è disponibile per supportare le PMI che hanno la volontà di intraprendere progetti di rinnovamento industriale in ottica 4.0, guidandole nella presentazione della domanda di incentivo.

Gli incentivi per l’innovazione digitale 4.0

Gli incentivi per l’innovazione digitale 4.0

PANORAMICA GENERALE

“Industria 4.0” rappresenta la quarta rivoluzione industriale, caratterizzata dall’obiettivo di una produzione industriale del tutto automatizzata e interconnessa. Questo nuovo paradigma avrà un impatto profondo nell’ambito di quattro principali matrici di sviluppo: la prima riguarda l’utilizzo dei dati, specificatamente la centralizzazione e conservazione delle informazioni, che si declina in big data, Internet of Things (IoT), machine-to-machine interaction e cloud computing. La seconda riguarda il settore analytics, ovvero la capacità di ricavare valore dai dati raccolti, che si sviluppa poi in “machine learning”. La terza direttrice di sviluppo è l’interazione uomo-macchina, come rappresentato dalla realtà aumentata. Infine c’è il settore che si occupa delle tecnologie abilitanti il passaggio dal digitale al reale, come la manifattura additiva, la stampa 3D e la robotica, con l’obiettivo di razionalizzare i costi e ottimizzare le prestazioni.

L’innovazione digitale è un concetto così ampio e trasversale da toccare tutte le matrici di sviluppo della quarta rivoluzione industriale. Essa è al centro di tutti quei cambiamenti tecnologici, organizzativi, sociali e creativi che migliorano la vita di tutti i giorni. Questi processi son identificabili nel concetto di digital transformation che impatta non solo sulle tecnologie ma anche su modelli organizzativi e di business delle imprese e del lavoro. L’innovazione digitale può rappresentare una leva fondamentale nel raggiungimento di tre obiettivi cruciali: accelerare la crescita economica grazie all’aumento di produttività e competitività delle imprese; agevolare lo sviluppo sostenibile grazie a una riduzione degli sprechi e del consumo di risorse; ridurre le disuguaglianze e le situazioni di fragilità creando più sicure condizioni lavorative e nuove opportunità di ingresso nel mercato del lavoro. (more…)

Industria 4.0 e bonus formazione

Industria 4.0 e bonus formazione

Il nuovo Piano Nazionale “Transizione 4.0” elaborato dal governo, che consiste in una manovra da circa 24 miliardi di euro per incentivi strutturali a favore delle imprese, si pone gli obiettivi fondamentali di stimolare gli investimenti privati ed offrire benefici fiscali per l’innovazione, con misure che avranno effetto fino a giugno 2023. Industria 4.0 rappresenta infatti il processo scaturito dalla quarta rivoluzione industriale che si pone l’obiettivo di una produzione del tutto automatizzata e interconnessa. Questo nuovo paradigma industriale offre la possibilità di introdurre nelle aziende un radicale rinnovamento dei processi finalizzato a modificare anche i comportamenti e le abitudini delle persone, realizzando perciò una rivoluzione a tutto tondo.

L’aspetto umano non dev’essere quindi tralasciato, ma accompagnare l’innovazione tecnologica. Per questa ragione, tra le nuove misure introdotte spicca il credito d’imposta per la “Formazione 4.0”, ovvero una misura di sostegno alle imprese nel processo di trasformazione tecnologica e digitale per la creazione ed il consolidamento di conoscenze e competenze nelle tecnologie abilitanti necessarie a realizzare il paradigma 4.0. I beneficiari delle attività formative sono il personale addetto ai reparti vendite, marketing, informatica e produzione, mentre le tematiche che andranno approfondite sono coerenti con gli obiettivi di digitalizzazione e sviluppo del modello smart factory. Le attività erogate dovranno seguire le conoscenze afferenti al Piano Nazionale “Transizione 4.0”, quali:

  • big data e analisi dei dati,
  • cloud e fog computing,
  • cyber security,
  • sistemi cyber-fisici,
  • prototipazione rapida,
  • sistemi di visualizzazione e realtà aumentata,
  • robotica avanzata e collaborativa,
  • interfaccia uomo macchina,
  • manifattura additiva,
  • Internet of Things (IoT)
  • integrazione digitale dei processi aziendali.

Il credito d’imposta è riconosciuto come percentuale delle spese ammissibili (fino al 50%) e un massimale di spesa che può arrivare fino a 300.000€, a seconda della dimensione dell’impresa. Le spese ammissibili all’agevolazione sono diverse e includono:

  • spese di personale relative ai formatori coinvolti,
  • spese di personale relative ai partecipanti alla formazione,
  • costi di esercizio,
  • costi dei servizi di consulenza.

Il vantaggio principale di questa misura è la possibilità di creare valore mediante la crescita del capitale umano impiegato in azienda. Attraverso un’attenta pianificazione delle attività formative il personale incrementerà il proprio know-how portando un reale vantaggio all’azienda, che potrà avvalersi di nuove tecnologie e strategie lavorative. Dare ai propri collaboratori la possibilità di formarsi ed evolversi nel proprio lavoro è una delle principali leve di successo per le aziende.

Le imprese che intendono usufruire del credito d’imposta per “Formazione 4.0” sono tenute a produrre documentazione puntuale delle attività svolte, compresa una relazione illustrativa di contenuti e modalità di erogazione delle attività formative, la quale andrà asseverata già dal 2021. Su questo aspetto noi di MAS Management Network  siamo al supporto delle aziende che devono costruire o relazionare i loro progetti di formazione.

Credito d’imposta e Transizione 4.0: nuovi benefici in vista

Credito d’imposta e Transizione 4.0: nuovi benefici in vista

Il recente nuovo Piano nazionale denominato “Transizione 4.0”, rafforzato dalla Manovra di Bilancio 2021 con circa 24 miliardi di euro agganciati al Recovery plan, ha come obiettivo quello di favorire e accompagnare le imprese nel processo di transizione tecnologica e di sostenibilità ambientale, rilanciando il ciclo degli investimenti penalizzato dall’emergenza legata al Covid-19. La Manovra proroga fino al 31 dicembre 2022 le misure cardine del Piano (credito d’imposta per gli investimenti in beni strumentali nuovi e 4.0, bonus su attività di Ricerca e Sviluppo, credito d’imposta Formazione 4.0) e aggiunge una serie di novità interessanti per le imprese.

Ad esempio, il bonus fiscale per le attività di Ricerca e Sviluppo per il biennio 2021-2022 vede aumentare dal 12% al 20% il beneficio fiscale sulle spese ammissibili, fino a un massimo di 4 milioni di euro di spesa, aggiungendo però la necessità di predisporre una relazione tecnica asseverata, che deve accompagnare la certificazione delle spese. Possono beneficiare del bonus fiscale tutte le imprese residenti nel territorio italiano o che abbiano una stabile organizzazione in Italia. Sono considerate attività di Ricerca e Sviluppo ammissibili al credito d’imposta le attività di ricerca fondamentale, di ricerca industriale e sviluppo sperimentale che perseguono un progresso o un avanzamento delle conoscenze o delle capacità generali in campo scientifico o tecnologico.

I costi ammissibili in questo caso riguardano il personale (ricercatori, tecnici titolari di rapporto di lavoro subordinato o autonomo, con un ulteriore incentivo del 150% nel caso di laureati under-35 in materie scientifiche al primo impiego), le spese per beni materiali mobili e software, le quote di ammortamento su privative industriali, i contratti di ricerca extra-muros, i servizi di consulenza e le spese per materiali e forniture. L’intervento può viaggiare in parallelo anche con pratiche relative alla Formazione 4.0, che godono di ulteriore beneficio sempre sotto forma di credito d’imposta (fino al 50% delle spese di formazione del personale).

Inoltre, nel decreto Sostegni sono ancora attese una serie di modifiche ai benefici già previsti, in linea con le richieste di Bruxelles, allo scopo di sostenere la transizione digitale del paese, per un totale di 6,7 miliardi di euro. Scopo di tali modifiche (che ci si aspetta verranno inserite in un nuovo decreto del Governo Draghi) è quello di rispondere alla UE, che all’inizio dell’anno ha invitato l’Italia ad adottare interventi funzionali alla digital transformation dell’industria italiana che vadano anche oltre il semplice sostegno per il rinnovamento dei degli strumenti e dei macchinari. Ci si aspetta dunque un pacchetto di misure che andrà a correggere gli incentivi 4.0 previsti dalla Legge di Bilancio 2021.

Di certo non v’è nulla ad oggi, ma è probabile che verranno aggiunti ulteriori benefici e migliorati alcuni interventi già in essere. Ad esempio, potrebbe essere confermata un’aliquota maggiorata al 50% per il credito d’imposta su beni strumentali 4.0 anche per il 2022, così come potrebbero esserci delle modificazioni sulle aliquote per quanto riguarda i software, sia 4.0 che tradizionali; inoltre, ci si attende un intervento mirato ad agevolare la transizione allo Smart Working, che ha subito recentemente una ulteriore spinta a causa della situazione generale legata al Covid-19.

In attesa di novità, si ricorda che sono già fruibili tutti gli interventi principali per il biennio 2021-2022 in ottica 4.0.

Credito d’imposta e Transizione 4.0: nuovi benefici in vista

Transizione 4.0: le novità fiscali per le imprese

Spinte dal recente piano di Recovery stanziato in ambito europeo, le nuove disposizioni della Legge di Bilancio 2021 sono seguite alle iniziative del Governo in materia di innovazione aziendale che nel corso degli anni hanno consentito a molte aziende di poter investire accedendo ad importanti risparmi fiscali per l’acquisto di asset materiali e immateriali per la modernizzazione di quei macchinari particolarmente adatti a realizzare l’informatizzazione dei dati di produzione attraverso i più recenti protocolli tecnologici.

Per ciò che concerne il quantum finanziario stanziato, stiamo parlando di circa 24 miliardi di Euro riferibili alle iniziative annoverabili tra quelle prima identificate con l’appellativo “Industria 4.0”, adesso diventato “Transizione 4.0”.

Le principali materie attorno alle quali ruotano gli investimenti sono: beni strumentali materiali, beni immateriali, Ricerca, Sviluppo, Innovazione Tecnologica e Design. La principale forma di incentivo è costituita, già dallo scorso anno, dal credito d’imposta, con aliquote differenziate a seconda del bene acquisito. In particolare, è introdotta un’aliquota superiore a quella prevista nel 2020 (dal 40% dello scorso anno si è passati ad un’aliquota del 50%) oltre a un aumento del tetto complessivo di spesa ammesso. Oltre a ciò, si segnala la possibilità di compensare i debiti fiscali a partire dallo stesso anno fiscale dell’investimento (lo scorso anno era infatti previsto di usufruire del credito in compensazione a partire dal periodo di imposta successivo a quello in cui venivano effettuati gli investimenti), e la fruizione degli stessi è ora consentita nell’arco di tre anni (invece che cinque come nello scorso anno).

Come precisato dai commenti alle nuove iniziative messe in pista, sono due i pilastri su cui si fonda la ratio delle recenti evoluzioni normative. Il primo, più noto, e per cui dal 2020 viene utilizzato lo strumento fiscale del credito d’imposta e negli anni prima quello dell’iperammortamento, consiste nella spinta che si vuole garantire non solo per il ricambio degli asset strumentali con quelli di più recente generazione, ma anche quello di assicurarsi un piano di connessione e comunicabilità tra gli asset e i sistemi informativi di fabbrica, con cui sfruttare la pienezza del dato, con l’ambizione di garantire organicità e accuratezza delle informazioni. Il secondo è quello di garantire, nonostante il clima di instabilità dell’ultimo anno per via dell’emergenza sanitaria, “stabilità e certezza della misura” dato che di anno in anno si è dovuto purtroppo constatare un certo spaesamento tra gli imprenditori visto che, in vista dei periodici stanziamenti dei budget per gli anni successivi, desiderano programmare con congruo anticipo le iniziative di investimento tecnologico ma le proroghe in passato erano confermate solo verso la fine dell’anno.

A sorprendere, e per fortuna positivamente, è appunto la previsione di estensione delle norme per investimenti che possono essere effettuati fino giugno 2023 (attraverso il versamento dell’acconto del 20% entro il 31 dicembre del 2022).

Se però la realizzazione degli investimenti sostenuti non è assorbita da un’adeguata cultura digitale interna all’azienda, il rischio è quello di limitare lo sforzo a un mero acquisto di strumenti tecnologici nuovi non opportunamente sfruttati. MAS è impegnata ormai da diversi anni in questo fronte, ne ha seguito le evoluzioni ed ha partecipato, mettendosi di fianco alle imprese, ai piani di ammodernamento tecnologico, progettandone la sua adattabilità e fattibilità in termini funzionali e architetturali nei confronti di imprese di piccole e medie dimensioni, sia nei confronti di realtà molto strutturate e complesse, aggiornando gradualmente le pratiche in funzione delle novità normative che di volta in volta sono intervenute nel corso degli anni.