Digital & Fashion al DigitalMeet 2017

Digital & Fashion al DigitalMeet 2017

DigitalMeet 2017Si è da poco conclusa la rassegna di incontri, convegni e conferenze chiamata DigitalMeet 2017, che per il quinto anno consecutivo ha proposto più di 140 appuntamenti dedicati alle nuove tecnologie digitali, con la presenza di oltre 300 ospiti esperti in materia. Obiettivo: l’alfabetizzazione digitale per cittadini ed imprese del territorio. In particolare si è svolto venerdì 20 ottobre, presso la sede dell’ACRiB (Associazione Calzaturifici della Riviera del Brenta) a Stra (Ve), un interessante incontro riguardante le tecnologie digitali applicate al mondo della manifattura nel settore del Fashion.

La presentazione di Stefano Miotto

Moderata da Walter Macorig di MAS management network e docente alla IUSVE, e presentata da Stefano Miotto – amministratore delegato del Politecnico Calzaturiero – la tavola rotonda ha sviscerato, grazie anche alla partecipazione del pubblico (interessante e riuscito esperimento è stato l’utilizzo di un sistema di smart messaging in tempo reale per la comunicazione tra relatori ed astanti, imbastito dagli studenti del corso di Marketing Digitale dell’Università IUSVE e molto utilizzato ed apprezzato dai presenti), la principali tematiche tecnologiche e di comunicazione legate alla rivoluzione digitale dell’Industria 4.0.

Walter Macorig e gli studenti di IUSVEOspiti del convegno sono state diverse figure professionali del mondo del Fashion, dei settori industriali legati alla moda ed alla manifattura di alta qualità, della formazione e della consulenza tecnologica alle imprese nonché della comunicazione aziendale. Hanno infatti dato il loro prezioso contributo, nell’ordine di intervento: Marco Cossutta, partner di Reply ed esperto di tecnologie digitali per l’industria Fashion & Luxury; Ruggero Toniolo, esperto di prodotto, produzione e sistemi informativi per Louis Vuitton; Mauro Tescaro – Direttore del Politecnico Calzaturiero e promotore nell’occasione di un sistema integrato per la tracciabilità del prodotto; Alessandra Tugnolo della ditta CDivertiamo che produce calzature di lusso; Giorgio Sperandio, libero professionista e docente del Politecnico, esperto in progettazione CAD 3D per la calzatura; Silvia Tebaldi di ITS Cosmo, scuola di formazione professionale in ambito moda; Francesco Candeo, libero professionista e digital strategist.

Tra gli argomenti affrontati, coerenti col sottotitolo dell’incontro: “come i nuovi strumenti digitali possono migliorare il business e le operazioni delle aziende del Fashion”, è doveroso segnalare alcuni topics che si sono rivelati molto gettonati, in particolare riguardanti le potenzialità e le conseguenze dell’implementazione di un sistema di e-commerce per le imprese; il tema degli archivi digitali e tutto ciò che comporta in termini di asset digitali (efficienza operativa, accentramento della conoscenza, rappresentazione rapida), di nuove risorse e di riduzione dei costi grazie all’informatizzazione; il tema dell’intelligenza artificiale per lo sviluppo di interconnessioni digitali in ottica Industria 4.0; il content marketing e l’importanza della divulgazione di contenuti sul web; infine la spinosa questione dell’occupabilità e delle nuove opportunità lavorative in campo digitale.

Forti di un impegno sempre maggiore a supporto dell’innovazione aziendale, a noi di MAS non rimane che darvi appuntamento al prossimo anno per la sesta edizione del DigitalMeet.

Il valore di Archivi e Musei per i brand del Fashion

Il valore di Archivi e Musei per i brand del Fashion

archivioMano a mano che l’eredità storica di antiche ed importanti aziende del settore della Moda acquisisce importanza, sia nel campo del marketing che in quello creativo proprio degli stilisti, e contemporaneamente all’aumento d’interesse per il vintage, diventa essenziale per ogni brand rinomato la creazione, il mantenimento e la valorizzazione dei propri archivi materiali e digitali.

Un recente articolo pubblicato nella sezione Style del Financial Times a firma Lou Stoppard cerca di fare il punto di una situazione pur in costante mutamento, osservando come al fenomeno dell’archiviazione interna si affianchi la tendenza alla realizzazione di veri e propri musei della moda.

Una risposta alla necessità dei brand di valorizzare la propria originalità attraverso il racconto della propria storia produttiva (a tale riguardo si veda anche  il progetto “Musei impresa”); un racconto che viene narrato mediante collezioni di prodotti del passato, testimonianze tangibili dello stile attraverso gli anni. La storia raccontata tramite gli oggetti.

Nonostante l’archiviazione sistematica a tale fine sia generalmente iniziata con qualche ritardo (tanto che non sempre è possibile risalire ai capi più antichi, e spesso completare collezioni passate significa dover trattare con collezionisti molto ben foniti, a volte più delle aziende stesse), i marchi più lungimiranti sono partiti almeno da un paio di decenni con opere di valorizzazione dell’eredità e della storia del brand attraverso l’archiviazione, la cura e l’esposizione dei propri manufatti del passato.

Fashion Textile Museum - MissoniYves Saint Laurent, tra i primi a comprendere, già negli anni ’60, l’importanza della conservazione delle proprie collezioni, aprirà nel 2017 due ulteriori musei, a Parigi e Marrakesh. L’inaugurazione del Museo Gucci a Firenze è datata 2011, ma cela dietro di sè almeno un ventennio di certosino lavoro di recupero dei capi di abbigliamento, cura e archiviazione, lavoro che continua anche oggi e necessita costante aggiornamento. Così come per l’archivio Missoni, che inoltre proprio quest’anno ha aperto al pubblico la sua mostra “Art Colour” al Fashion and Textile Museum di Londra, per ripercorrere 60 anni di vita del marchio attraverso i processi creativi della Moda italiana. Strada già similmente percorsa qualche anno fa a Milano in occasione del cinquantesimo anniversario della rivista Vogue, contemporaneamente con il lancio del suo archivio digitale on-line.

E non si tratta solo di marketing: la realizzazione di archivi digitali è oggi fondamentale per stilisti e creativi, poiché permette di accedere velocemente alle tendenze del passato allo scopo di fornire ispirazione per idee nuove, mantenendo allo stesso tempo quelle caratteristiche peculiari che, nella storia, hanno sempre contraddistinto il brand.

Museo della Calzatura - Stra (Ve)Per fare ciò, oltre alle attività di recupero degli oggetti e di archiviazione vera e propria, è ovviamente indispensabile il supporto di appropriati sistemi informatici, con un occhio di riguardo alle nuove tecnologie per il web che già permettono una efficace integrazione con gli strumenti pubblicitari e di comunicazione. Questo è un punto fondamentale, suscettibile di continui aggiornamenti, al quale noi di MAS rivolgiamo la massima attenzione.

Il tema dell’archivio materiale e dell’attività museale ci coinvolge non meno di quello digitale: prova ne è che la nostra sede si trova proprio presso il Museo della Calzatura in Villa Foscarini-Rossi a Stra (Ve)!

MAS alla presentazione di Venice Textile Manufacturers

MAS alla presentazione di Venice Textile Manufacturers

Logo Venice Textile ManufacturersSi è svolta sabato 7 maggio, nell’ambito della rassegna “La Via della Lana 2016”, la presentazione di un progetto che a noi di MAS sta molto a cuore, avendolo visto nascere e partecipando alla sua pianificazione e realizzazione: Venice Textile Manufacturers. Si tratta di un gruppo di imprese che operano nel campo della tessitura artigianale di altissima qualità, riunitesi con l’intento di divulgare le peculiarità delle loro produzioni mantenendo viva la cultura del tessuto pregiato. Una sfida globale per far crescere realtà locali, radicate nel territorio e unite nella tradizione lavorativa. Assieme, le imprese potranno intraprendere progetti di più ampio raggio, ed hanno perciò deciso di “farsi rete”.

La presentazione di Venice Textile ManufacturersOspiti del prestigioso Lanificio Paoletti e coordinati da Walter Macorig di MAS, i rappresentanti delle aziende partecipanti hanno spiegato questo progetto di condivisione, nato con l’obiettivo di creare valore d’impresa attraverso la cultura, e presentato le singole realtà artigianali: SERICA 1870 – tessuti di pregio in seta e misto seta dal 1870; MANIFATTURE TESSILI VITTORIO VENETO – tessuti sofisticati per camiceria e abbigliamento, eredi dell’antica Filanda Gera; MAGLIFICIO GIORDANO’S – raffinato maglificio per l’alta moda, dal 1948; TESSITURA LUIGI BEVILACQUA – pregiati tessuti d’arte per arredamento e tendaggi, dal 1700; LANIFICIO PAOLETTI – filati e tessuti di alta qualità dal 1795. Il tutto preceduto da un’introduzione di Attilio Biancardi (Presidente gruppo Sistema Moda Unindustria Treviso) e moderato da Mario Zambelli (Consulente Strategico Sistema Moda). Ad assistere la neonata rete anche Unint, consorzio costituito nel 2004 da Unindustria Treviso, Confindustria Belluno Dolomiti e Confindustria Padova per aiutare le imprese nello sviluppo di sinergie e collaborazioni.

Venice Textile: tessuti artigianali pregiatiL’idea è nata a partire da un rapporto di amicizia e stima reciproca, dal desiderio comune di spingersi verso nuovi orizzonti di mercato e dalla necessità di mantenere in vita importanti tradizioni. Per questo è fondamentale la condivisione delle conoscenze, così come lo è la divulgazione della cultura del tessile ed in particolare delle sue produzioni artigianali di alta qualità. A tale proposito si affianca dunque l’urgenza di sfruttare gli strumenti che le nuove tecnologie, soprattutto nel campo dei media ma anche in quello più squisitamente informatico-gestionale, mettono a disposizione. A partire dalla cura di una presenza fissa on-line (è da poco in rete il nuovo sito www.venicetextile.com) per eventualmente sviluppare campagne informative, sfruttare i vantaggi della condivisione elettronica di archivi, utilizzare piattaforme web con le quali inserirsi facilmente nel mondo dell’e-commerce.

Venice Textile: persone e valoriSi tratta insomma di mettere a frutto le abilità e le competenze della tradizione all’interno dello scenario globale, con un modo nuovo di intendere la produzione e la creazione del valore aggiunto: non solo altissima qualità dei capi e dei tessuti (quello è imprescindibile) ma anche grande attenzione all’ambiente, alle maestranze, ai collaboratori, alle comunità locali che ospitano e partecipano alle attività manifatturiere. Laddove le parole d’ordine sono sostenibilità e tracciabilità di filiera, si aggiunge anche una certa sensibilità per tutto ciò che concorre a tramandare e sviluppare la cultura del tessile e dei capi d’abbigliamento a tutto tondo.

Una sfida impegnativa, quella di Venice Textile Manufacturers, sulla quale conviene insistere e scommettere, poiché ne va del futuro di un settore che è molto di più di un “produrre per guadagnare”: è tradizione, abilità, originalità, stile. Sono cose che non si possono copiare, ed il loro valore umano prima ancora che economico è inestimabile. E nel mercato globale risorse di questo tipo possono facilmente diventare un volano di opportunità. La sfida è lanciata.

Strategie Vincenti per il Commercio Elettronico di Successo

Strategie Vincenti per il Commercio Elettronico di Successo

marketing valoreL’eCommerce è sicuramente uno degli hot-topics degli ultimi anni. Il Politecnico di Milano ha aggiornato la sua annuale ricerca ed iniziano già a girare alcune prime informazioni.

In sostanza: il volume dell’eCommerce cresce da paura, Italia terribilmente indietro rispetto agli altri paesi occidentali e quindi grandi margini di miglioramento, il mobile ha superato il desktop (ovvero i consumatori usano oggi più lo smartphone o il tablet rispetto al computer)….
Poi due altre notizie interessanti:

1) il settore Fashion è uno di quelli più caldi che muove i volumi più interessante
2) le nicchie crescono, ovvero i grandi portali eCommerce (come Amazon, eBay, Zalando…) stanno crescendo come volumi di vendita ma il loro share di mercato si sta restringendo a scapito di nuovi piccoli attori che presidiano delle iper-nicchie: ergo c’e’ spazio per tutti basta avere la giusta proposta.

E’ proprio nell’ambito di esplorare le migliori modalità di entrata nel mercato online, sia per la costituzione di un vero e proprio eCommerce che piuttosto di potenziare il proprio business tradizionale che con alcuni amici consulenti abbiamo organizzato oggi una giornata di formazione rivolta alle PMI che ha ricevuto il patrocinio di Unioncamere del Veneto.

eCommerce Strategies 2015: tutti i segreti per l’eCommerce di Successo

sala ecommerceIn sala oltre 250 persone che la mattina hanno seguito i lavori proposti da consulenti ed esperti sul tema delle strategie abilitanti per il commercio elettronico.

Noi di MAS abbiamo tenuto un intervento su concetti di marketing generale ed in particolare sulla “BUSINESS CATEGORY” che è elemento fondante di ogni business e di ogni proposizione di valore. La platea è stata condotta attraverso gli elementi teorici di base e quindi – attraverso l’utilizzo di caso di studio – alla comprensione pratica dell’impatto della CATEGORY sul mercato, sui competitor ed in ultima analisi sul potenziale di fatturato.

workshop canvasNel pomeriggio ad un gruppo ristretto di circa 20 imprenditori è stato organizzato un workshop pratico. Walter Macorig di MAS e Vittorio Tessari di WMR hanno prima fornito i concetti di base di “business model” e di “value proposition” e quindi hanno diviso la platea in gruppi che hanno potuto da subito lavorare sviluppando idee di business base sul’online usando le metodologie illustrate e guidate dai consulenti.

L’evento ha avuto un grande successo: molti imprenditori ci hanno fermato nei corridoi per discutere dei loro casi particolri….
Ho percepito grande positività, voglia di fare, disponibilità a rimettersi in gioco… speriamo che molti di questi imprenditori riescano nella implementazione delle loro idee e in sostanza nella creazione di valore.

Il sistema paese ne ha davvero bisogno.

La Via della Seta 2.0: Internazionalizzazione Digitale

La Via della Seta 2.0: Internazionalizzazione Digitale

L’impatto del commercio elettronico sulla Supply Chain delle PMI 

 

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In un’Italia caratterizzata dal più alto numero di PMI a livello Europeo ma con il più basso tasso di digitalizzazione, anche l’attuale crisi economica ha avuto sviluppi positivi: il mondo della piccola e media imprenditoria ha preso coscienza dell’importanza di ricorrere al commercio elettronico come vettore di penetrazione di nuovi mercati. Il tema dell’internazionalizzazione digitale è quindi più che mai attuale.

Allo stesso tempo le PMI spesso sottovalutano le energie richieste per il raggiungimento di un simile obiettivo, inoltre, l’incapacità di comprendere la giusta sequenza dei processi imprenditoriali e la tempistica relativa a tali operazioni può portare a rilevanti aumenti dei costi rispetto a quanto preventivato.

L’avvio di un’attività e-commerce richiede quindi una approfondita valutazione dei rischi, una pianificazione adeguata e non ultima una continua attività di monitoraggio delle performance (benchmark, analisi delle KPI ecc.)

L’aspetto più contradditorio dell’e-commerce è che se da una parte limita la complessità della Supply Chain riducendo il numero di attori intermedi, dall’altra il livello di efficienza ed efficacia della nuova catena di fornitura deve essere incrementato a livelli inusuali per le PMI italiane.

Fondamentale è quindi condividere in azienda la cultura dei fattori critici di successo di un’attività di e-commerce: rapidità della consegna, affidabilità e qualità del prodotto affinché un progetto di internazionalizzazione digitale non si riveli fallimentare.

Garantire un tale livello di efficienza dell’operatività aziendale richiede la revisione e l’eventuale adeguamento dei sistemi ICT, un layout degli spazi distributivi adeguato alla gestione dei processi logistici relativi sia al commercio elettronico che tradizionale, acquisizione di competenze di digital marketing e una buona dose di flessibilità. Tutto ciò al fine di essere reattivi e pronti a rispondere efficacemente ad improvvise variazioni della domanda senza compromettere tempi di consegna e qualità del prodotto finito.

Quanto sopra è ancor più valido per le PMI Italiane che fanno del Made in Italy la loro bandiera, quel quid plus che permette loro di penetrare mercati lontani e insidiosi con relativa facilità.

Il canale di vendita del commercio elettronico si rivela quindi un’ottima opportunità d’internazionalizzazione e crescita per le PMI italiane, a patto che la si affronti con cognizione di causa, consapevoli dei rischi e degli sforzi necessari al successo dell’impresa. L’unione di competenze ICT e di quelle gestionali è perciò prerequisito indispensabile all’avvio di un e-commerce vincente e sostenibile nel lungo termine.