L’importanza di una buona gestione finanziaria

L’importanza di una buona gestione finanziaria

Un aspetto che la crisi finanziaria iniziata nel 2007 ha messo in luce, è la carenza in molte nostre PMI della cultura “finanziaria”. Spesso la gestione dei delicati aspetti finanziari infatti viene delegata ai responsabili degli uffici amministrativi i quali, in molti casi, mancano della necessaria competenza o adeguata formazione.
Quando gli elementi principali erano gli aspetti economici e non, come oggi, quelli di natura finanziaria, le nostre PMI hanno saputo esaltare aspetti come la flessibilità, lo spirito d’iniziativa, il “fiuto” per gli affari e la tenacia nel perseguire la propria mission.
La miopia per gli aspetti finanziari è oggi però tale da produrre situazioni che possono fuorviare l’imprenditore nella gestione della propria impresa, dando una rappresentazione della situazione tendente ad esaltare solo alcuni aspetti del complesso e sistemico sistema aziendale. Dietro risultati economici esaltanti si può infatti celare una situazione di tensione finanziaria e di crisi di liquidità che, nel medio-lungo periodo, può anche portare al default dell’azienda. Ancor più nei momenti di crescita aziendale, la gestione della finanza viene spesso trascurata e relegata ad ruolo di secondo piano, succube delle più pressanti e rilevanti questioni di natura commerciale.
Pianificazione finanziaria, valutazione degli investimenti, monitoraggio dell’equilibri di breve periodo sono aspetti che vengono demandati all’area amministrazione che si ritrova spesso a doverli gestire direttamente con le banche che, sempre più in questi ultimi anni (prima della crisi infatti l’accesso al credito era molto più facile e richiedeva spesso verifiche sommarie da parte degli istituti di credito), stanno diventando molto restie a concedere liquidità alle imprese. Oggi le banche devono infatti fare i conti con la crisi finanziaria e con la conseguente carenza di liquidità; per rispettare infatti i paletti imposti da Basilea 2, gli istituti di credito esposti per avere in portafoglio titoli di stati soggetti a pesanti svalutazioni, devono di fatto chiudere, o quanto meno allentare, i rubinetti che hanno permesso alle nostre imprese di crescere nel passato.
La dinamica del credito in Italia fa emergere tra la fine del 2011 e il primo trimestre del 2012 “effettivi indizi di credit crunch”, soprattutto a danno delle imprese di minori dimensioni.
E’ quanto fotografa l’Istat nel rapporto annuale del 2012 sulla situazione del dell’Italia.
La solidità dell’impresa, si legge nel rapporto, “ha un ruolo significativo autonomo nel ridurre la probabilità di non ottenere il credito richiesto a prescindere dalla dimensione dell’impresa, ma nei settori manifatturieri e dei servizi la penalizzazione dovuta alla dimensione non è pienamente compensata dall’essere in buone condizioni economiche”.

I Business Game: quanto conta il fattore esperienziale

I Business Game: quanto conta il fattore esperienziale

È vero che giocando si impara a fare i manager? Dall’esperienza MAS si direbbe proprio di sì…. Nulla di meglio dei giochi di ruolo, giochi che seguono il principio del “learning by doing” per imparare attraverso l’esperienza diretta.

I business game sono infatti strumenti di simulazione della realtà che, nell’ambito di un progetto formativo, aiutano ad affinare le capacità decisionali, a capire come aumentare la competitività dell’impresa e mettere in pratica attraverso il gioco ciò che si è appreso nella teoria. Ma vediamo nel dettaglio quali sono le caratteristiche che contraddistinguono un business game qualunque:

  • è incentrato sulla simulazione della gestione dell’impresa e per tale motivo ha l’obiettivo di favorire l’apprendimento di tecniche specifiche di gestione
  • migliora l’approccio strategico
  • migliora la conoscenza delle problematiche e circostanze critiche che le diverse funzioni aziendali devono affrontare
  • affina le capacità decisionali soprattutto a livello di efficacia delle scelte adottate e di tempo a disposizione
  • sviluppa le capacità dei partecipanti quando si deve operare in emergenza
  • incentiva lo sviluppo del lavoro in team
  • incentiva l’emergere di caratteristiche quali la leadership

Per questo molte aziende decidono di inserire nei pacchetti formativi i business game per i propri manager e non solo, come ad esempio il beer game, che trova tipicamente il suo impiego nell’ambito dello studio delle prestazioni della supply chain. Tale gioco permette di analizzare come la mancanza di integrazione, comunicazione, pensiero olistico e sistemico provochino numerose distorsioni nelle informazioni scambiate tra i vari stadi della catena di fornitura, creando inefficienze generanti eccessivi costi logistici.

I consulenti di MAS ritengono dunque fondamentale il fattore esperienziale legato al “learning by doing”, e in questo possono aiutare le aziende a trovare il modo migliore per ricreare le dinamiche effettive che costantemente devono affrontare.

EuroCloud Day 2012: l’Europa parla di Cloud Computing alle Imprese Italiane

EuroCloud Day 2012: l’Europa parla di Cloud Computing alle Imprese Italiane

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Si è tenuto oggi alla fondazione CUOA l’evento “EuroCloud Day 2012” un convegno sul tema attualissimo del Cloud Computing organizzato in contemporanea in diverse città europee con interventi in videoconferenza tenuti da autorevoli referenti della Commissione Europea e con presenze locali per testimonianze di casi di successo nelle aziende.

EuroCloud Day, usando le stesse parole degli organizzatori, si definisce come

The largest online distributed Cloud Conference in the World

Ricordiamo a chi non lo sapesse che per Cloud Computing ci si riferisce a tutto quell’insieme di strumenti, metodologie e tecnologie che portano soluzione Informatiche facendole fruire da remoto attraverso la rete: in sostanza “programmi informatici” – di tutti i tipi per uso aziendale e personale – che vengono utilizzati subito pronti, chiavi in mano, fruiti direttamente da Internet su computer e palmari. Vedi su wikipedia la definizione di Cloud Computing.

Dopo l’apertura di rito siamo subito stati proiettati nello spirito dell’evento grazie alla videoconferenza in tempo reale che ci ha tenuto J.P. Billotte, presidente di EuroCloud Europe, che da Bruxelles ci ha introdotto ai temi della giornata e ci ha tracciato le linee strategiche di sviluppo del tema anche segnalandoci l’estremo grado di attenzione che tutti gli Stati Europei stanno ponendo nel Cloud.

E’ stato quindi il turno di Neelie Kroes, vicepresidente della Commissione Europea e responsabile per l’implementazione dell’Agenda Digitale. Neelie ci ha manifestato il forte livello di attenzione che la Commissione sta ponendo a tutto il mondo digitale. Internet, l’informatica e tutte le tecnologie connesse sono viste come una straordinaria possibilità di sviluppo dell’economia e di efficientamento delle organizzazioni. Il fenomeno del Cloud si inserisce perfettamente nel quadro strategico dell’Agenda Digitale Europea. Oltre all’impatto nelle aziende di tutte le dimensioni ci si aspetta un importante beneficio anche in tutto l’universo delle Pubbliche Amministrazioni che potranno con queste metodologie conseguire importanti risultati di miglioramento dei processi organizzativi.

Successivamente vari relatori in sala – imprenditori, manager, avvocati..- si sono alternati portando i vari punti di vista sull’argomento segnalando l’alto livello di attenzione e soprattutto quanto il Cloud possa essere utile soprattutto alle PMI ovvero a quelle piccole aziende che alle volte fanno difficoltà ad affrontare gli investimenti in tecnologie informatiche sia per le barriere all’entrata in termini di investimenti che per le conoscenze tecniche spesso non presenti in azienda.
Invece grazie al Cloud tutti – anche i piccolissimi – possono accedere alle più moderne applicazioni informatiche pagando dei semplici canoni di utilizzo (un tanto al mese a seconda di quanti utenti lavorano) subito disponibili comodamente via Internet senza dover installare complesse procedure in azienda e senza doversi attrezzare con potenti server o altre apparecchiature.

Tra le relazioni merita una speciale menzione quella di Informatici senza Frontiere, una associazione senza scopo di lucro che offre gratuitamente servizi e tecnologie informatiche alle popolazioni svantaggiate del terzo mondo. Claudio Pieri – referente dell’associazione – ci ha raccontato di come grazie alle tecnologie di Cloud Computing il loro gruppo di volontari riesca facilmente ad offrire servizi e supporto ad ospedali e scuole nell’Africa Nera. Sicuramente una ulteriore ed interessante applicazione del mondo Cloud.

BSC: le Balanced Scorecard per definire e monitorare la strategia d’azienda

BSC: le Balanced Scorecard per definire e monitorare la strategia d’azienda

La Balanced Scorecard (BSC) è un sistema di gestione e misurazione dell’andamento aziendale che collega gli obiettivi strategici a indicatori complessivi di performance.

La BSC parte dalla considerazione che le aziende hanno la tendenza a fissarsi solo su pochi parametri, solitamente di natura economico-finanziaria, perdendo in parte la capacità di valutare l’andamento generale del business.

La BSC fu introdotta inizialmente da David Norton e da Robert KaplanEssi all’inizio degli anni ’90, sviluppando il concetto in una ricerca promossa da KPMG.

Nella loro ricerca i due autori, rivolgendosi ai manager delle aziende, mandavano messaggio molto semplice: ciò che si misura è ciò che si ottiene.

“Al giorno d’oggi la complessità della gestione aziendale esige che i manager siano in grado di controllare simultaneamente le prestazioni di diverse aree”, dicevano Kaplan e Norton , “la BSC inoltre, obbligando i senior manager a prendere in considerazione tutti i parametri operativi importanti nel loro insieme, può consentire loro di accorgersi se il miglioramento in una certa area viene conseguito a spese di un’altra”.

L’area aziendale che ha fruito maggiormente di questa vera e propria mania per la quantificazione è stata quella finanziaria. Un tempo i manager parlavano semplicemente di fatturato e di profitti, ma nel corso degli anni è venuto a formarsi uno spiegamento complesso di indici, di parametri, di strumenti analitici e, naturalmente, di pacchetti software ad hoc.

Ogni centesimo di spesa o di produzione di un’azienda può essere analizzato in un numero infinito di modi, e la loro capacità di persuasione è così grande che intere aziende possono essere guidate da tali indici finanziari.  La questione è che l’andamento finanziario e i relativi indici sono le cose più facili da misurare e inoltre il loro utilizzo avviene ex-post, ovvero a conclusione di un ciclo di gestione. Altri elementi della performance aziendale, come la fedeltà dei clienti oppure la soddisfazione dei dipendenti, sono invece questioni più astratte e la loro valutazione sembra sollevi più interrogativi che soluzioni; sempre più però questi aspetti delle performance, legati ai beni immateriali delle aziende (capitale umano, relazioni con i clienti, practies, ec altri ancora), assumono un ruolo decisivo nella definizione delle strategie e nella loro successiva misurazione.

Così, le organizzazioni si trovano sempre più alle prese con i dilemmi provocati da sistemi di valutazione finanziaria ridondanti, disponendo di pochi mezzi affidabili per valutare altri elementi della propria performance, diventando cosi “vittime” della predilizione di mode di breve durata il cui impatto raramente viene misurato in modo adeguato.

Tutto questo rappresenta un terreno fertile per un nuovo approccio metodologico.

MAS, grazie all’esperienza sviluppata nell’ambito del controllo di gestione, è in grado di affiancare le aziende nell’implementazione della BSC per il monitoraggio della strategia.

La Lean Transformation e le Risorse Umane

La Lean Transformation e le Risorse Umane

La Lean è davvero qualcosa di “magico” che può aiutare le aziende a crescere e diventare più efficienti? Si, a patto che riusciamo a coinvolgere “tutti”, altrimenti sarà difficile ottenere dei buoni risultati che possano durare nel tempo!

Il vero approccio Lean si basa sulla necessità di coinvolgere tutte le persone, in particolare quelle più operative, nel processo di cambiamento. Il coinvolgimento delle persone rappresenta di fatto l’elemento chiave che contribuisce alla reale implementazione del concetto di miglioramento continuo.

L’approccio Lean non può essere calato dall’alto. Certo è che sia fondamentale il commitment del management aziendale, tuttavia senza il coinvolgimento e la partecipazione delle risorse più operative si rischia di fallire… Il cambiamento si può ottenere infatti solo se ciascun dipendente è coinvolto direttamente e ha contribuito a trovare il modo migliore di eseguire un lavoro. Solo in questo modo si potrà incidere profondamente sull’organizzazione e definire le dinamiche della crescita. MAS ha potuto constare in diverse circostanze e casi aziendali il peso delle risorse umane in progetti di cambiamento che hanno portato le aziende a utilizzare un approccio di tipo Lean.